AgenPress. “E’ un bilancio da far tremare i polsi dell’economia italiana quello che ci consegnano le associazioni delle imprese in questo fine 2020. I numeri parlano di una vera e propria strage di micro imprese che non rialzeranno più la serranda nelle settimane a venire e, ancor più preoccupante, di un’ulteriore, grave emorragia a inizio 2021, quando verranno meno quelle misure forzose di blocco licenziamenti imposte dalle norme.
Un fallimento totale sul fronte economico della gestione della pandemia le cui responsabilità vanno ascritte interamente alle classi di Governo, italiana ed europea, colpevoli di interventi minimi e esclusivamente propagandistici nel primo caso, decisamente tardivi nel secondo. L’analisi Istat condotta tra ottobre e novembre su un campione di imprese fotografa la morte di centinaia di migliaia di realtà, oltre il 7% del totale, in particolare ‘micro’, che sono quelle più fragili. Mentre una su cinque è attaccata al respiratore degli ammortizzatori sociali.
Il dato riguarda l’intero Paese e si concentra in particolare al Sud, impattando su un tessuto storicamente più debole. Purtroppo siamo stati facili profeti quando, come Lega, abbiamo denunciato con forza l’inutilità e il fine meramente propagandistico delle misure governative, prive di programmazione, declinate in bonus e clickday buoni solo ad aumentare deficit senza alcuna influenza sulla produttività e la crescita.
Abbiamo il fondato timore che le fosche previsioni per il 2021 peggiorino ulteriormente laddove questo approccio confusionario e assistenzialista dovesse applicarsi anche ai programmi europei di ripresa. Da rabbrividire al solo pensiero. Le imprese italiane sono quelle maggiormente dipendenti dal credito bancario, quelle con minor capitale di rischio e maggiore debito bancario.
Elementi che non consentono alle nostre Pmi di accrescere le proprie dimensioni, condizione necessaria per poter ricorrere alla ‘finanza alternativa’ così come accade nel resto del mondo. A peggiorare la situazione, le nuove misure restrittive sui Rischi di Credito e Operativi richieste dall’Europa; misure quest’ultime che insieme all’aumento inevitabile degli Npl porteranno le banche a fare più accantonamenti prudenziali che si rifletteranno di converso in ulteriore Credit Crunch e meno credito per le imprese.
Davanti a questo scenario si rende vitale un intervento urgente da parte dello Stato, primo tra tutti quelli di trasformare i finanziamenti erogati con le garanzie di Stato in Capitale di Rischio non rimborsabile al fine di dare alle stesse più ossigeno e migliorare i rating bancari. Avviare un programma di sgravi fiscali e contributivi e ridurre il costo del lavoro per incentivare nuove assunzioni e/o il mantenimento della forza lavoro”.
Lo dichiarano in una nota congiunta gli europarlamentari della Lega Antonio Maria Rinaldi, Massimo Casanova e Valentino Grant, commentando le stime diffuse oggi dalle associazioni di categoria.