AgenPress. Dobbiamo prendere atto che non siamo né come la Germania e la Francia né come la Spagna e il Portogallo. In nessuno di questi quattro Paesi l’opposizione si è rifiutata di collaborare con la maggioranza e, nonostante il radicamento storico dei suoi territori federali, né il primo né l’ultimo dei capi dei Länder tedeschi si è permesso di mettere in discussione l’unità del Paese e il potere di comando centrale.
Hanno dato di certo del filo da torcere anche alla cancelliera Merkel su questo o quel provvedimento, ma senza mai mettere in discussione regia e scelte a livello centrale e senza mai provare a scaricare i loro doveri regionali sul governo nazionale.
In casa nostra il giorno dopo l’esito del referendum che ha sancito il taglio dei parlamentari abbiamo sostenuto in assoluta solitudine che era nata la Terza Camera dello Stato e che, purtroppo, avrebbe coinciso con la Conferenza Stato-Regioni che è il luogo nascosto della democrazia italiana dove da dieci anni in qua c’è la governance reale della spesa pubblica in sanità, scuola e trasporti e se ne fa un uso distorto e clientelare che ha allargato il fossato delle diseguaglianze e ha minato la competitività della nazione.
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