Ristoranti, Gianfranco Vissani: “Il nostro settore vale il 20% del pil, non riescono a capire che abbiamo dato la ricchezza all’Italia”

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AgenPress. Il famoso chef e ristoratore Gianfranco Vissani è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

Sulle possibili nuove restrizioni per i ristoranti. “L’altro giorno ero con Carmen Lasorella che ha detto: basta con questi ristoranti –ha affermato Vissani-. Io le ho detto: ma noi siamo il 20% del pil, abbiamo milioni di persone che lavorano nel settore. Noi abbiamo dato la ricchezza all’Italia, è questo che non riescono a capire. Lo Stato sta facendo terrorismo. Si parla di chiusure anticipate. Chi mette le notizie in bocca ai giornalisti, che poi si rivelano sbagliate? Questi hanno rotto le pallette, devono fare l’anno bianco fiscale.

La Germania, la Francia, la Spagna tutti hanno preso i soldi, sia le aziende che i dipendenti, a noi non ci hanno dato niente, ci hanno snobbato. Conte diceva che non avrebbe lasciato indietro nessuno, invece ha lasciato indietro tutti. Io avevo 18 dipendenti prima del lockdown, quando abbiamo riaperto ne abbiamo ripresi la metà. Gli altri sono in cassa integrazione e ad alcuni ancora non è arrivata la cassa integrazione. Tutti questi ministri, sottosegretari che parlano non sanno qual è la realtà”.

Il figlio, Luca Vissani ha aggiunto: “C’è uno scollamento della realtà da parte delle istituzioni. La colpa del virus non è dei ristoranti, noi abbiamo mantenuto le distanze come ci hanno indicato. Abbiamo messo sanificatori e purificatori d’aria proprio per dare sicurezza ai dipendenti e ai clienti.

Qui stiamo perdendo posti di lavoro, stiamo perdendo attività, dov’è il famoso cannone di fuoco promesso dal governo? L’Europa quando ce li dà questi soldi, quando avremo chiuso l’Italia? Si sta creando un’Italia fast food, non un’Italia di qualità. Se chiudono le città d’arte diventerà un’Italia fast food. Non ci stanno capendo niente. Si proroga lo stato di emergenza e poi al 16 ottobre si mandano 9 milioni di cartelle esattoriali”.

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