AgenPress. «Scrivere 30 coperti ad un’azienda che fa matrimoni significa chiedere di chiudere». Così commenta le misure contenute nel nuovo Dpcm Michele Boccardi, presidente Assoeventi nelle anticipazioni del programma Restart in onda su Cusano Italia Tv.
«Oggi ci sono almeno mille spose in Italia che sono già in Chiesa, – continua l’esponente di Confindustria – come di dovrebbe comportare il gestore dell’azienda? Deve annullare il matrimonio? Un evento come un matrimonio non si organizza ad horas, ha bisogno dai sei mesi ad un anno di preparazione, l’invito arriva due mesi prima».
Spiega Boccardi: «Il criterio del distanziamento sociale è l’unico criterio che riteniamo oggettivo e omogeneo, perché una struttura di seicento metri quadri ha una capienza superiore di una da cento metri quadri. Il numero assoluto di 30 partecipanti, che leggo nel Dpcm, è un numero discriminatorio per tutte le strutture. Avevamo proposto di raddoppiare le misure di distanziamento sociale e quindi metterci nella condizione di operare almeno fino alla fine del mese di ottobre e fare in modo che tutti gli eventi programmati fino al 31 di ottobre si potessero realizzare». Secondo il presidente Assoeventi:
«Il mondo dei matrimoni in Italia conta 46 mila aziende sul territorio per un fatturato nel 2020 di 10 miliardi di euro perché dovevano svolgersi 213mila matrimoni sul territorio italiano, di cui 7mila esteri. Voglio sottolineare questo dato perché soprattutto alcune regioni da circa 4 anni erano le destination weeding più scelte da tutto il mondo.
Il matrimonio straniero ha un indotto pari a dieci volte quello italiano. Si calcola che rispetto al Pil del turismo che è circa il 13% del Pil italiano, di questa fetta il 4,5% lo gira solo l’industria del matrimonio. Dal dato ricevuto da Assoeventi la settimana scorsa, l’87% dei matrimoni erano stati annullati o ricollocati negli anni successivi. Del 13% rimasto ora ci sarà un’ulteriore decurtazione». Infine: «Il Dpcm potrebbe aprire una serie di contenziosi, con l’annullamento dell’evento chi pagherà?».