AgenPress. “Ripartenza post Pandemia deve passare anche per il mondo dello sport e per gli eventi futuri che ci attendono nel futuro. Noi ripartiamo dal valore della maglia azzurra, spiegata a questa platea di ragazzi, che viene indossata per la prima volta dalla nazionale guidata da Vittorio Pozzo – che nei suoi 27 anni da Commissario Tecnico ha conquistato due mondiali nel 1934 e nel 38 e la medaglia d’oro a Berlino – nel 1912 agli Olimpiadi di Stoccolma con Radice, presidente della Federazione. Nel 1918 alle Olimpiadi di Anversa tutte le discipline sportive sceglieranno la maglia azzurra.
Oggi il mondo dello sport si sta professionalizzando: per i nostri atleti stiamo pensando alla “dual carrier”, cioè studiare durante la pratica sportiva professionistica. Poi esistono tanti nuovi mestieri collegati allo sport: dalla logistica degli atleti, organizzazione e l’autorizzazione per gli eventi. Italia può ricostruire questi e altri nuovi percorsi dei mestieri collegati allo sport, che può essere un’occasione per molti giovani.
Il mondo del calcio è riuscito a completare la stagione sia a livello nazionale che internazionale; gli episodi di questa settimana potevano accadere prima. Si vive giorno dopo giorno, non solo sulla partita, ma anche su tutto lo scenario, il pubblico. Differire tra outdoor o indoor, grandezza dell’impianto, sport di contatto o individuali: lo sport italiano è molto considerato a livello internazionale, soprattutto per le capacità organizzative, vedi il caso del mondiale di ciclismo passato dalla Svizzera ad Imola. Abbiamo preso 3 Mondiali di Automobilismo per due rinunce, abbiamo organizzato gli Internazionali di Tennis.
Siamo il sesto paese nel mondo sommando Olimpiadi estive e invernali attaccati alla Francia, a 5 medaglie, che ha molti più abitanti di noi e la capacità di raccogliere atleti nell’universo della sua esperienza coloniale. Abbiamo 80-90 mila associazioni sportive che reggono la baracca dello sport in Italia. Il punto è quante atlete, quante Margherita Panzieri, abbiamo perso rispetto agli altri paesi che “scelgono” gli atleti a scuola e viene instrada nelle strutture federali. Il nostro punto debole, per lo sport intendo, è la scuola per questa mancata sistemica raccolta di futuri atleti”
Così Giovanni Malagò alla Convention di Annalisa Chirico The Young Pope #rinascitaitalia.