Per realizzare tutto ciò bisogna fare un falò delle centinaia di richieste spedite all’impazzata da tutti sulla scrivania del ministro Amendola, intimare alla ministra De Micheli di arrotolare l’elenco farsa di Italia Veloce, e fare altrettanto con gli spezzoni miliardari di richieste di Patuanelli e di altri ministri.
Mettere subito ordine nella governance delle reti autostradale e della fibra
Agenpress. Siamo al governo che riapre con i fatti ciò che ha chiuso a parole. Non è ammissibile che per un tema di garanzie che si vogliono mettere a carico a vita dei Benetton per un ponte nuovo che nemmeno loro hanno costruito, diventi carta straccia l’annuncio a reti unificate e nero su bianco ai mercati che la rete autostradale italiana torna in mani pubbliche sotto Cdp.
Ancora meno ammissibili sono le battute dei palazzi romani del tipo “vai avanti tu che mi viene da ridire” oppure “lascia fare a Cdp Equity e al suo tignoso timoniere, Di Stefano, che non firma niente e spaventa tutti così prendiamo due piccioni con una fava perché mettiamo ora in difficoltà il Capo assoluto di Cdp, Palermo, e in primavera lo facciamo saltare”.
Ragionamenti miseri di questo tipo qualificano chi li fa e li riferiamo solo per dare il senso di quanto netta sia la distanza tra la gravità dei problemi e la irresponsabilità di chi ha il dovere di risolverli non di tramare per liberare la seggiola a favore dell’ultimo, nuovo, incompetente di turno.
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