AgenPress. Una circolare diffusa a fine agosto dalla municipalità di Dubai vieta a residenti e turisti di alimentare cani e gatti e volatili, come corvi e piccioni. Le associazioni animaliste locali denunciano che questa direttiva sta determinando una caccia spietata agli esemplari che vengono catturati, anche se muniti di collare, e soppressi nei cosiddetti kill shelters, o portati nel deserto dove vengono abbandonati a morire di fame e di sete.
L’Oipa Onlus International (Organizzazione internazionale protezione animali), presente in 61 nazioni dei cinque continenti con oltre 200 leghe-membro, ha lanciato una petizione mondiale in cui chiede alle autorità di Dubai di fermare l’atroce strage.
Mentre fervono i preparativi di Expo Dubai, che prenderà il via il primo ottobre 2021, in diverse aree residenziali i cittadini hanno già ricevuto un “ammonimento” da parte proprietari immobiliari nel quale si dichiara che chi venisse trovato a fornire cibo e acqua ai randagi sarà multato con 500 dirham, l’equivalente di 117 euro, e segnalato alle autorità per ulteriori provvedimenti.
Il divieto di nutrire i randagi riguarda anche le associazioni animaliste di recupero e salvataggio che, improvvisamente obbligate a chiudere dalla municipalità, multate e con i loro account social bloccati, non possono aiutare e soccorrere gli animali che stanno morendo di fame.
Moltissimi animali, specialmente gatti, sono già morti. Molti randagi, ma anche animali di proprietà abituati a girare liberi nelle aree residenziali, sono scomparsi e a nessuno è permesso sapere dove siano stati portati e se siano ancora vivi. Le associazioni locali denunciano inoltre che a molte famiglie cui sono stati portati via, gli animali non sono stati più riconsegnati.
«Come Oipa Onlus International abbiamo scritto alla municipalità di Dubai e alle autorità locali chiedendo spiegazioni e richiedendo che vengano implementati metodi alternativi e rispettosi della vita degli animali, senza che nessuno di loro venga ucciso», dichiara Valentina Bagnato, responsabile dell’Ufficio relazioni internazionali dell’associazione. «Anche in Italia stiamo attivando ogni possibile canale, compreso il Ministero degli Esteri, per porre fine alla carneficina».
«La municipalità di Dubai e le autorità locali», continua Massimo Pradella, presidente di Oipa Onlus International, «devono considerare l’opportunità di collaborare con residenti e associazioni animaliste locali per garantire un programma di cattura/sterilizzazione/rilascio (TNR, trap/neuter/release) necessario a mantenere sotto controllo la popolazione dei randagi, oltre che programmi vaccinali e la presenza di postazioni alimentari nelle diverse aree della città, così da prevenire la diffusione di presunte malattie che sarebbero alla base della circolare che ha dato il via alla mattanza».
La petizione globale lanciata da Oipa International può essere sottoscritta nel sito: https://www.oipa.org/international/petition-dubai/