AgenPress – “I fratelli Bianchi qui li conoscono tutti. E conosco anche Pincarelli e Belleggia. Tutto il gruppo sta spesso tra i localetti di largo Santa Caterina, danno fastidio, stanno sempre su di giri, non si tengono”.
A parlare in una intervista al Messaggero una testimone, che racconta come “Gabriele Bianchi abbia sferrato a Willy un calcione all’addome che l’ha fatto cadere a terra e non lo ha fatto più respirare, poi tutti, lui, il fratello più piccolo Marco, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, l’hanno colpito ancora. Senza pietà. Willy è morto tra le mie braccia, non ha avuto nemmeno il tempo di rendersene conto. Sono tutti colpevoli”.
La notte dell’aggressione “io ero con la mia amica e ci stavamo dirigendo verso i giardinetti per tornare a casa. Prima ho visto Pincarelli che litigava con Federico. Quindi mi sono avvicinata a Federico per capire meglio, con Pincarelli c’era Belleggia, quello col braccio ingessato, stanno sempre insieme”.
“Ho visto che Belleggia si era allontanato un momento e stava telefonando, per me potrebbe essere stato anche lui a chiamare i fratelli Bianchi, ma questo lo debbono verificare i carabinieri”.
“Poco dopo che ho osservato Belleggia telefonare, ho visto piombare in strada a folle velocità quell’auto scura con tre ragazzi a bordo: uno è rimasto dentro, ma sono scesi i fratelli Bianchi che hanno cominciato a sbracciare. Gabriele si è accanito subito su Willy”, prosegue la ragazza secondo cui il colpo letale è stato “il primo calcio all’addome, dato a freddo da Gabriele. Willy è rimasto senza fiato, l’ho sentito tirare due respiri e poi emettere come un rantolo. È finito a terra e quelli gli sono andati sopra. È durato tutto pochissimo”.