Se si continua con gli annunci, i cantieri fantasma e la forza inerziale di Sua Maestà Spesa Storica si impedisce al Paese di affrontare e risolvere il suo primo problema competitivo. Va cambiata la macchina centrale e regionale e i governatori del Sud devono chiedere l’intervento della Corte costituzionale
AgenPress. Questo giornale in assoluta solitudine e prima di tutti dal suo giorno di uscita ha denunciato lo scandalo ventennale di una distorsione abnorme nella distribuzione territoriale della spesa pubblica. Siamo arrivati al punto che il Mezzogiorno è stato abolito nella spesa per infrastrutture di sviluppo.
È stata ridotta allo 0,15% del prodotto interno lordo. Sono stati aboliti i diritti di cittadinanza della popolazione meridionale nella sanità, nella scuola e nei trasporti. Abbiamo documentato (dati 2016 RGS-CPT) che al 34,3% della comunità meridionale dal 2009 a oggi è toccato il 28,3% della spesa pubblica allargata che riguarda Stato, enti locali, soggetti pubblici economici. Al 65,7% della popolazione del centronord è andato il 71,7% delle erogazioni della spesa pubblica allargata. Lo squilibrio ovviamente continua ad aggravarsi.
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