AgenPress – Un particolare endorsement per Trump è arrivato da Chen Guangcheng, un avvocato cinese per i diritti umani non vedente, che ha lasciato la Cina per gli Stati Uniti nel 2012. L’icona della dissidenza cinese ha invitato i Paesi democratici e gli elettori a sostenere l’attuale presidente americano nell’affrontare le sfide poste dal Partito Comunista Cinese (Pcc).
Il 26 agosto come oratore alla terza serata della Convention nazionale repubblicana (Rnc), a tema «Terra degli eroi», Chen ha dichiarato: «Il Pcc è un nemico dell’umanità. Sta terrorizzando il suo stesso popolo e minacciando il benessere del mondo. In Cina, l’espressione di credenze o idee non approvate dal Pcc, come la religione, la democrazia e i diritti umani, può portare alla prigione. La nazione vive sotto la sorveglianza e la censura di massa».
Il regime comunista cinese ha e sta perseguitando milioni di persone per la loro fede, tra cui cristiani, musulmani uiguri, buddisti tibetani e praticanti del Falun Gong. Il Falun Gong è una pratica spirituale con insegnamenti morali ed esercizi meditativi, che dal luglio 1999 è stata oggetto di persecuzioni in tutto il Paese; centinaia di migliaia di praticanti sono stati detenuti e torturati all’interno di prigioni, centri per il lavaggio del cervello e campi di lavoro.
Nel giugno 2019 in un discorso alla The Heritage Foundation, un think tank americano, l’ambasciatore americano per la libertà religiosa Sam Brownback ha detto che la «guerra alla fede» di Pechino fallirà.
Dissidenti politici come Chen rappresentano in effetti una spina nel fianco per il dominio a partito unico del Pcc.
Chen ha spiegato che quando si è espresso contro la politica del «figlio unico» della Cina e contro altre ingiustizie, è stato perseguitato, picchiato, mandato in prigione e messo agli arresti domiciliari dal Partito Comunista Cinese».
Pechino ha imposto la politica del «figlio unico» nel 1979, e le famiglie che non rispettavano questa ordinanza sono state sottoposte a pesanti multe, aborti forzati e sterilizzazione. La legge è stata infine revocata nel 2016.
Chen è stato incarcerato nel 2006 a seguito di una sua class-action (un azione legale collettiva) contro le autorità locali della provincia dello Shandong per la loro applicazione eccessiva della politica del figlio unico. È stato poi condannato a quattro anni e tre mesi di prigione per «danneggiamento di proprietà e interruzione del traffico». Dopo aver scontato la pena, nel 2010 Chen è stato rilasciato, ma è stato poi messo agli arresti domiciliari.
Chen ha raccontato: «Nell’aprile 2012 sono fuggito e mi sono rifugiato presso l’ambasciata americana a Pechino. Sarò sempre grato al popolo americano per aver accolto me e la mia famiglia negli Stati Uniti, dove ora siamo liberi».
Chen ha lanciato il suo messaggio all’amministrazione Trump e agli altri governi democratici di tutto il mondo: «Gli Stati Uniti devono usare i loro valori di libertà, democrazia e stato di diritto per riunire una coalizione di altre democrazie per fermare l’aggressione del Pcc».
In effetti, nel suo discorso di luglio presso la Biblioteca e Museo Presidenziale Richard Nixon in California, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha invitato le nazioni libere a «indurre un cambiamento nel comportamento del Pcc».
Il 26 agosto Chen ha aggiunto: «Il presidente Trump sta andando verso questa direzione e abbiamo bisogno che gli altri paesi si uniscano a lui in questa lotta, una lotta per il nostro futuro. Dobbiamo sostenere, votare e lottare per il presidente Trump… per il bene del mondo».
Prima del suo discorso alla Rnc, Chen aveva parlato con l’emittente televisiva di New York Ntd, un media partner di Epoch Times, sottolineando che l’attuale pandemia scatenata dal virus del Pcc, meglio noto come nuovo coronavirus, è un perfetto esempio di come il Pcc rappresenti una minaccia per il mondo intero.
Pechino inizialmente ha fatto di tutto per nascondere l’esistenza del virus del Pcc, zittendo otto medici informatori – tra cui l’oculista Li Wenliang – dopo che alla fine di dicembre 2019 avevano scirtto sui social media cinesi per mettere in guardia da una nuova e misteriosa forma di polmonite.
A maggio Trump ha detto ai giornalisti della Casa Bianca che la pandemia è stato il «peggior attacco» agli Stati Uniti. «Non avrebbe mai dovuto verificarsi. Poteva essere fermata in Cina. Si poteva fermarla sul nascere, ma così non è stato».
Tratto da www.epochtimes.it/