AgenPress. “Sono state le vicende più drammatiche che hanno riguardato il nostro Paese dal punto di vista di disastri che hanno portato alla morte centinaia di persone o al crollo di Palazzi e di opere pubbliche: il terremoto verificatosi il 24 agosto 2016 in ben quattro e regioni con 300 morti (fa queste località ricordiamo Amatrice a cui siamo legati anche per ragioni personali), il crollo del ponte Morandi a Genova con 43 morti. Le due vicende hanno avuto responsabilità e un andamento molto diversi.
Il ponte di Genova è stato ricostruito in due anni con una prova di grande efficienza dello Stato mentre è ancora aperto il discorso sulle responsabilità penali e civili. Invece il terremoto del 2016 stato un fatto naturale, con responsabilità derivanti da come scuole, alberghi, case, aziende erano stati precedentemente messi o non messi in sicurezza. Non ci interessa, però, in questa occasione fare un discorso sulle responsabilità penali e civili sulle conseguenze del terremoto, ci interessa invece fare un discorso sulle responsabilità politiche riguardanti la ricostruzione. Anzi possiamo dire che allo stato non c è stata alcuna autentica ricostruzione. Da questo punto di vista siamo al limite dello scandalo.
Si sono succeduti ben 4 commissari e solo uno – Errani – ha dimostrato di conoscere la materia con cui si misurava, gli altri sono stati l’ espressione di organigrammi derivanti dal Pd e dal Movimento 5 Stelle. A sua volta per quello che riguarda Amatrice, la regione Lazio esiste solo quando deve fare qualche rara inaugurazione. Ritardi enormi ci sono stati già dalle origini: lo sgombero delle macerie, senza il quale nulla può iniziare. Enormi difficoltà per salvare allevamenti, ristoranti, imprese, negozi. In compenso una burocrazia asfissiante, insieme ottusa e arrogante. Poi, in alcune delle località più significative come Amatrice erano molte le seconde case: quando non c’ fervore di opere chi ritorna magari per incontrare solo le anime morte di Cechov? Si da quando è avvenuto il terremoto, abbiamo sempre sentito questa espressione: «Non vi lasceremo soli». L’ hanno detta tutti, dalle massime cariche dello Stato, ai ministri, ai commissari, non parliamo dei presidenti delle Regioni e dei loro assessori. Espressioni retoriche che hanno lasciato e lasciano il tempo che trovano. Nel passato in Italia abbiamo avuto altri terremoti, con esiti diversi l’ uno dall’ altro. Straordinario fu quello che riuscì a fare Zamberletti in Friuli.
A mezza strada, prima bene, poi un po’ meno bene, Berlusconi all’ Aquila. Un disastro nel Belice e in Irpinia. Purtroppo allo stato il terremoto del 2016 appartiene alla categoria dei fallimenti. Lo diciamo senza voler fare alcuna strumentalizzazione politica. Sappiamo solo che ci sono stati 300 morti e che ad essi loro parenti nelle loro preghiere e nei ricordi non possono neanche dire: «La tua morte è derivata da una calamità naturale e per parte loro gli uomini, lo Stato, le Regioni sono stati in grado di ricostruire la tua casa. Riposa in pace».”
Lo dichiara Fabrizio Cicchitto al quotidiano Il Tempo (Presidente Riformismo e Libertà).