Agenpress. “E’ molto concreto il rischio che la crisi prodotta dalla pandemia diventi una straordinaria occasione per le mafie di realizzare quei progetti di insediamento nell’economia e di infiltrazione negli appalti, ma anche una opportunità per rafforzare, soprattutto al Sud, il proprio insediamento sociale. Le prime misure necessarie per combattere le mafie oggi sono quindi legate alla capacità che avremo di dare sostegno e liquidità alle imprese e di non lasciare solo nessuno garantendo aiuto a chi ha perso reddito e a chi è in difficoltà. Serve togliere spazio e opportunità alla criminalità organizzata”.
Lo scrive il senatore Franco Mirabelli, Vicepresidente del Gruppo Pd al Senato e Capogruppo PD in Commissione Parlamentare Antimafia in un editoriale sul sito Immagina.eu.
“Ricordare Falcone oggi – prosegue Mirabelli – significa sapere che le mafie sono certo cambiate, che la loro pericolosità per la nostra democrazia e la nostra convivenza è sempre enorme e che combatterle deve essere una priorità per le istituzioni. Oggi la criminalità organizzata, a partire dalla ‘ndrangheta, non ha più il volto violento e stragista di allora: ha scelto di limitare l’uso della violenza, di non suscitare allarme sociale e di penetrare l’economia legale, investendo lì i proventi illeciti delle attività illegali, ha messo giacca e cravatta e preferisce acquisire le aziende, presentandosi, soprattutto nei momenti di difficoltà economica, come fornitrice di credito e di servizi per le imprese.
Ma sono gli stessi, con gli stessi metodi di sempre, l’intimidazione e la prevaricazione come identità e una struttura gerarchica fondata sull’omertà e la violenza. E con lo stesso carattere eversivo di sempre: se prima il sangue e le stragi erano lo strumento per cercare di piegare lo Stato, oggi è il tentativo di penetrare l’economia legale, di inquinare il mercato e la libertà economica con miliardi di soldi sporchi, a rappresentare un pericolo, persino più insidioso, perché non percepito dall’opinione pubblica, per la nostra democrazia e la nostra convivenza”.