Agenpress – Nel corso dell’attuale lotta globale senza precedenti alla pandemia di COVID-19, le forniture sanitarie prodotte in Cina, dalle mascherine ai ventilatori polmonari, e altre attrezzature ad alta tecnologia, sono ampiamente utilizzate e ricercate in tutto il mondo.
Dato il riconoscimento ottenuto da questi prodotti che contribuiscono notevolmente al contenimento globale del nuovo coronavirus, queste vendite aiutano i produttori cinesi a promuovere l’internazionalizzazione e la competitività dei marchi registrati nel Paese.
La tendenza all’internazionalizzazione, sempre più in voga tra i marchi cinesi, è stata evidenziata anche in occasione del China Brand Day 2020, una manifestazione organizzata online nel weekend. L’evento di quest’anno prevedeva un’esposizione dedicata a diversi marchi cinesi e un forum internazionale online durante il quale hanno potuto presentare i propri prodotti oltre 1.300 aziende, un dato in aumento di oltre cinque volte rispetto all’edizione dello scorso anno tenutasi in presenza.
“La mostra in cloud non solo infonderà nuova fiducia nell’incerto mercato degli scambi mondiali ma offrirà anche un nuovo palcoscenico per presentare i marchi cinesi durante la pandemia”, sottolinea Chen Xianjin, un veterano nel settore fieristico. Tra i marchi figura anche la Gaussian Robotics. Gli automi dedicati alle pulizie e alla disinfezione prodotti dalla società tecnologica cinese, fondata nel 2013, sono stati esportati in 23 Paesi del mondo. Questi robot possono ridurre il rischio di contaminazioni incrociate e migliorare l’efficienza delle operazioni di disinfezione.
Secondo il fondatore e amministratore delegato della società, Cheng Haotian, gli automi di servizio sono sempre più richiesti a livello globale a causa della pandemia. A questo scopo, l’impresa ha sviluppato diversi robot capaci di rispettare gli stringenti requisiti di pulizia e disinfezione dei reparti ospedalieri. Tuttavia, i marchi cinesi hanno ancora molta strada da percorrere per riuscire a distinguersi sul mercato globale: secondo esperti e operatori si tratta infatti di un cammino lungo e pieno di insidie.
“Quando i nostri prodotti sono entrati sul mercato nel 2014, circa il 90% delle apparecchiature mediche di fascia alta veniva importato dall’estero”, racconta Xue Min, presidente della United Imaging. “I marchi nostrani erano considerati quasi estranei al mercato”. Secondo il manager, le marche cinesi potranno fare un passo avanti soltanto quando le aziende del Paese avranno raggiunto i massimi livelli qualitativi al mondo e riusciranno a padroneggiare la tecnologia industriale di base.