Agenpress – Le imprese a rischio nel commercio e nel turismo sono il 10% del totale pari a circa 270.000 mentre i posti di lavoro che potrebbero essere persi con l’emergenza Covid sono 420.000. Lo ha detto Enrico Postacchini, membro di Giunta di Confcommercio in una audizione alla Commissione Industria del Senato. Confcommercio chiede interventi immediati a ristoro delle perdite subite.
“Gli operatori hanno perso la pazienza – ha detto – non hanno visto nulla oltre ai 600 euro”. “Il crollo dei consumi di 84 milioni, come da noi stimato, da parte delle famiglie determinerà per la stragrande maggioranza delle imprese problemi di bilancio molto seri. Per questo bisognerà preoccuparsi per chi resisterà, parliamo di 2,7 milioni di imprese alimentari e dei servizi, di cui stimiamo il 10% di mortalità, 420 mila persone che non avranno più lavoro. Numeri inesorabili e purtroppo non ci sono strumenti immediati per mantenere in piedi le attività”.
“C’è grande enfasi sulla riapertura – ha osservato Postacchini – in assoluta sicurezza, delle attività dal 18 maggio. Un’enfasi ingiustificata perché se siamo riusciti a garantire nella Fase1 servizi ed efficienza oltre che un bassissimo livello di contagi non si capisce perché dal 18 si dovrebbe assistere a un fenomeno di congestionamento e pericolosità delle attività commerciale nei confronti della collettività”. “Le prescrizioni sono quelle dei protocolli. La rarefazione dei prossimi mesi che ci aspetta sotto il fronte commerciale e turistico giocherà da sé il ruolo di distanziamento e ne è prova la caduta di timori da parte del gruppo Colao sul congestionamento delle città. Non è stato così e non sarà così da lunedì”.
“Siamo destinati a vivere il 2020 con uno scenario da Ferragosto con l’aggravante che non ci saranno turisti. Non ci sarà nessuna corsa agli acquisti né a mangiare fuori. Se la sfida è ripensare il modello distributivo del nostro Paese ci dobbiamo dare un lungo periodo di respiro e lavorare insieme ma non è mettendo ora paletti a chi deve riaprire che possiamo adattare un nuovo modello”.
Per qul che riguarda i numeri del turismo, Postacchini ha osservato che “Confcommercio stima un crollo del turismo che arriva al 50% di presenze e di riempimenti e crolli strutturali nel comparto dei beni durevoli, che in questo periodo sono stati chiusi e ora riaprono con forze lavoro ridotte. Le stime sono, parlando di infrastrutture, di recuperare i volumi del 2019 non prima del 2024-2025. Rischiamo di essere isolati rispetto al resto d’Europa se per la stagione estiva la normativa non fosse comune a tutti in tema di riempimento di aerei, treni e navi. Noi abbiamo mitigato un calo strutturale e progressivo dei consumi dal 2008 a oggi – hanno concluso – grazie a straordinari flussi turistici”.
“E indispensabile – ha concluso Postacchini – che la cassa in deroga venga prorogata ulteriormente, ancorché purtroppo non pagata, perché a fine giugno pensare a scadenze fiscali previste a marzo nel primo decreto e a una serie di incombenze è improponibile, le attività lavoreranno a basso regime.