Agenpress – Nella notte l’accordo sulla regolarizzazione dei migranti che, insieme alla quadratura delle coperture delle misure economiche, apre la strada all’approdo del decreto rilancio in Consiglio dei Ministri.
“Nessun problema di coperture”, assicurano dal ministero dell’economia: arrivano 10 miliardi per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell’Irap e 6 miliardi per le pmi, 2 miliardi per l’adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti covid, 2 miliardi per misure fiscali, 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, 5 per sanità e sicurezza. E da Palazzo Chigi dichiarano “raggiunto l’accordo politico”.
Tra le norme che verranno inserite nel decreto legge c’è l’aumento al 110% dell’ecobonus e del sismabonus per le ristrutturazioni edilizie. I cittadini potranno cedere il credito d’imposta alle imprese e quindi si potranno fare determinati lavori in casa senza sborsare un euro. Per le imprese ci saranno diverse modalità di aiuto: per le aziende più piccole sarà possibile il finanziamento a fondo perduto (6miliardi di euro), gli sconti su affitti e bollette (1 miliardo e 600 milioni). Verranno prorogati di 9 settimane le varie tipologie di cassa integrazione, la Naspi, i soldi per gli autonomi e il blocco dei licenziamenti. Dentro il decreto Rilancio è stato inserito anche il reddito di emergenza per chi non ha entrate e un Isee sotto i 15 mila euro.
Dopo i problemi emersi sulle coperture della cassa integrazione, il ministero dell’economia assicura che non ci sono problemi sulle risorse. Tra le varie misure arrivano 2 miliardi per gli interventi che consentiranno la ripartenza delle attività produttive e dei negozi adeguandosi alle norme anti-covid, circa 10 miliardi per ulteriori settimane di cig e 4 miliardi e mezzo per il bonus autonomi, 12 miliardi di liquidità agli enti locali per il pagamento tempestivo dei propri debiti nei confronti dei fornitori, azzeramento dell’Iva per i dispositivi di protezione individuali, 500 milioni per colf e badanti.
Dopo due visioni completamente diverse (Pd a favore della sanatoria con tanto di minacce di dimissioni della Bellanova e M5S contro), due giorni fa – sempre di notte – sembrava che i gialli e i rossi si fossero messi d’accordo. I grillini, quindi, sembrava avessero ceduto alla regolarizzazione di migranti, colf e badanti, ma immediatamente Vito Crimi aveva rimesso i puntini sulle “i”. “Il MoVimento non cederà”, diceva. E così era (ri)scoppiata la guerra. Durata poco però. Questa sera, infatti, l’intesa politica sulle misure contenute nel decreto rilancio comprende anche l’accordo sulla regolarizzazione dei cosiddetti lavoratori “invisibili”.
I 5S hanno ceduto pure su questo. “Sul tema dei lavoratori stagionali colf e badanti è stato raggiunto un accordo che ritengo soddisfacente, frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a quello di domenica scorsa, che accoglie nostre esplicite richieste e mette al centro il lavoro regolare”, dice il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi.
Poco prima Luigi Di Maio aveva diffuso una nota per dichiarare fiducia a Crimi al governo e la volontà di portare il decreto in Cdm al più presto. È un segnale di distensione. I ministri si rimettono al lavoro sul testo. E dal Pd Peppe Provenzano conferma all’unisono con Crimi l’intesa che, specifica, riguarderà braccianti, colf e badanti, anche italiani: “non è una questione di bandierine, ma di diritti”, aggiunge.
L’impianto, sottolineano fonti dem, resta sostanzialmente invariato, con i due binari definiti dal Viminale per l’emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri. Arrivano però, a quanto emerge, le rassicurazioni attese dal M5s con alcune modifiche, a partire da una precisazione ulteriore delle norme per escludere dalla sanatoria i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento di prostituzione e immigrazione clandestina.