Agenpress – La Cina ha riportato domenica 17 nuovi casi di coronavirus, toccando i massimi delle ultime due settimane, di cui 7 importati relativi nella Mongolia interna e 10 domestici. I casi dell’Hubei fanno capo al capoluogo Wuhan, il focolaio della pandemia: sono asintomatici, ha detto la Commissione sanitaria provinciale, che si aggiungono all’infezione registrata sabato nel distretto di Dongxihu, la prima dal 4 aprile, dove il livello sanitario d’allerta è stato rialzato a basso a medio.
La Cina, intanto, replica con decisione alle “bugie” e alle “accuse assurde” fabbricate da politici e media Usa, la cui finalità “è di spostare la colpa” su Pechino della inadeguata risposta americana alla pandemia del Covid-19. Nel fine settimana, sul sito del ministero degli Esteri, è apparso un testo di 30 pagine dedicato al tema e fatto di 11.000 parole, strutturato su 24 risposte date ad altrettanti quesiti per ampliare o ribadire le contestazioni ai rilievi più comuni. Ad esempio, la definizione di “virus cinese” o “virus di Wuhan”, spesso usate dal presidente Donald Trump o dal segretario di Stato Mike Pompeo: in base al ‘reality check’, l’Oms ha già chiarito che il nome della malattia “non deve essere associato a un particolare Paese o luogo”.