Dl Maggio. Confindustria. “Le imprese hanno bisogno di indennizzi e non di prestiti”

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Agenpress – “Le imprese hanno bisogno di indennizzi e non di prestiti. I soldi a pioggia con una logica assistenziale non funzionano. C’è stata finora una visione di brevissimo periodo. E’ importante calibrare bene gli interventi: il virus ha provocato effetti simmetrici tra i Paesi ma le scelte su come reagire provocheranno situazioni asimmetriche, con i Paesi forti che lo saranno ancora di più e i deboli che diventeranno ancora più deboli”.

Lo dice il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe. Un tema sul tavolo del confronto è il divieto di licenziare che per gli industriali che “dovrebbe essere allineato alla cassa integrazione”.

Il vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali accenna anche al tema della “responsabilità dei contagi” che, avverte, “non può essere messa in capo all’impresa a priori. E’ un problema che va risolto, il Governo può farlo nel prossimo decreto: non può bastare l’occasione del lavoro occorre dimostrare il nesso di causalità, la colpa grave ed il mancato rispetto del protocollo di sicurezza”.

E nel percorso avviato per una graduale riapertura delle attività produttive bisogna superare la logica dei “codici Ateco”, bisogna piuttosto “prendere in considerazione non le tipologie di attività o i settori ma il rispetto delle norme di sicurezza, l’uso dei dispositivi di protezione, il distanziamento”.

L’ipotesi di una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario finanziata da un fondo ministeriale? “Gli strumenti li abbiamo, non c’è bisogno di creare sovrastrutture. Quanto alla proposta che potrebbe emergere nel decreto, detta così mi sembra la strada per una riduzione generalizzate degli orari di lavoro con oneri a carico della fiscalità generale. Penso sia una soluzione molto onerosa. Più opportuno cominciare a riflettere sulla possibilità di fare formazione durante le ore in cui i lavoratori sono sospesi in cassa”.

Per Stirpe, con la presidenza Bonomi, si apre anche un nuovo fronte di confronto con i sindacati: “”L’appello che faccio è superare le ideologie, avere un cambio di passo nelle reazioni sindacali. Un errore tornare a vecchie ideologie. Bisogna agire con concretezza e senza pregiudizi con l’unico obiettivo di risolvere i problemi delle aziende e dei lavoratori”, è il messaggio rivolto in particolare alla Cgil. “I problemi che abbiamo davanti hanno bisogno di un approfondimento che non può essere fatto a distanza e con i proclami”.

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