Agenpress – Il Governo non può far venir meno gli aiuti necessari al settore, derogando ai principi fondamentali della Costituzione.
La FIDEF sottopone al Governo ed all’attenzione del Ministro del lavoro e della Pubblica istruzione lo stato in cui versano gli Enti gestori di attività corsuali, evidenziando la possibilità – non remota – di non poter far ripartire le attività didattiche dei corsi di istruzione, nemmeno per il prossimo mese di settembre, mettendo in giogo il diritto fondamentale all’istruzione.
Il presidente della FIDEF, dott. Luca Paladino, sottolinea che l’emergenza sanitaria, che dal mese di marzo ha imposta la cessazione di ogni attività didattica in presenza determinando una situazione gravissima dovuta al blocco delle attività ed economiche e non sono i grado di reggere i costi di gestione, in particolare delle utenze e del fitto di locali per le attività didattiche.
Tenendo conto che trattasi di attività annuale, con inizio a settembre la mancata attività e di introiti determina una difficile prospettiva di sopravvivenza degli enti,
La FIDEF, firmataria del Contratto Collettivo per le attività corsuali di istruzione e formazione, unitamente alle organizzazioni sindacali, chiede che il Governo provveda con la massima urgenza a decretare misure di sostegno al settore, nonché degli ammortizzatori sociali per il mantenimento in servizio sia del personale dipendente, che per il personale cosiddetto di “lavoratori atipici”.
Va sottolineato l’importanza della professionalità di quest’ultima categoria di lavoratori, in possesso della formazione specifica ancorata a esperienze professionale in “costante aggiornamento delle conoscenze e delle metodologie”, condizioni indispensabile alla tipologia corsuale a cui sono preposti. Occorre scongiurare lo scenario apocalittico della chiusura di tante Scuole ed Agenzie di formazione, che preservano le attività di istruzione e aggiornamento professionale, con corsi, già indispensabili prima della pandemia, che si renderanno ancora più indispensabili per l’adattamento alle esigenze emergenti da mutato scenario dei bisogni, sia culturali che lavorativi. Attività del sistema articolato e coerente del lifelong lerning, tesi a garantire le condizioni di apprendimento a tutti i cittadini di qualsiasi fascia di età, formazione culturale ed occupazionale.
La FIDEF, Federazione di Scuole ed Enti di Istruzione formazione, riunisce sotto la sua sigla scuole presenti su tutto il territorio nazionale, sollecita il Governo di porre la dovuta attenzione sul pericolo di chiusura di questa indispensabile attività e non agire come se i 30 mila scuole erogatori di corsi di istruzione e formazione permanente che sono a rischio chiusura, non esistessero, così come i 110.000 dipendenti ed i circa 10.000.000 giovani e adulti, che frequentano ciclicamente i corsi.
In questo momento qualsiasi misura può essere una boccata di ossigeno per tutto il nostro comparto
Certamente è da tenere nella giusta considerazione, l’impegno che le predette scuole profondono per il radicamento e la diffusione dei servizi di orientamento e di sostegno al lavoro soddisfano anche un interesse trasversale, che coinvolge tanto quello dei datori di lavoro, quanto quello dei cittadini in cerca di lavoro, così come delle Istituzioni preposte allo sviluppo economico ed occupazionale.
Nell’ambito della grande trasformazione del lavoro, acquistano centralità i corsi non “ordinamentali”, tesi all’ampliamento ed all’aggiornamento delle competenze erogate nel sistema articolato e coerente del lifelong lerning, tesi a garantire le condizioni di apprendimento a tutti i cittadini di qualsiasi fascia di età,formazione culturale ed occupazionale.
Occorre che il Governo dia la giusta attenzione a tutti degli attori coinvolti ed al ruolo delle parti sociali, per una governance idonea a gestire la complessa problematica generata dalla epidemia, ponendo in atto gli strumenti necessari per evitare la chiusura delle attività corsuale tese, tra l’altro, alla occupabilità duratura e alla creazione di “ponti” verso opportunità di un lavoro di qualità.
Occorre urgentemente intervenire per provare a mitigare i rischi della chiusura definitiva di dette attività, mettendo in campo risorse a sostegno del comparto. Gli Enti e le scuole devono continuare a sostenere le spese di gestione e di manutenzione delle sedi, i cui costi pongono in serio pericolo sia per la vita degli Enti stessi, nonché al mantenimento in servizio del personale preposto alle attività non didattiche.
Il Governo non può sottovalutare dette necessità, che si rifletteranno in particolar modo sul mondo del lavoro, specialmente in relazione ai rischi scaturenti dall’inattività e dalla ripresa del attività produttive, essendo la formazione un elemento imprescindibile.
Per detti morivi occorre integrare le norme già previste del Decreto “Cura Italia”, inserendo interventi a sostegno del comparto, ed in particolare:
a – Il posticipo dei termini previsti per “il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza” a tutto il 31 dicembre 2020, nonché l’estensione dei pagamenti dei mutui e degli altri finanziamenti scadenti nel predetto periodo.
b – L’estensione del credito d’imposta, nella misura del 60 per cento dell’ammontare del canone di locazione, relativo al mese di marzo e fino al 31.8.2020, per gli immobili utilizzati ai fini didattici
c – L’estensione della sospensione del pagamento delle rate di mutuo e dei canoni leasing delle attrezzature delle sedi operative a tutto il 30.8.2020, data presunta di ripresa delle attività.
d – Per tutta la durata della sospensione delle attività, pertanto a tutto il 31.8.2020, il pagamento di 1.000 euro generalizzato per tutti i lavoratori atipici (co.co.co) e dei docenti operanti con partita Iva impegnati nel settore alla data del 23.2.2020.
e – Rinvio al 30 settembre 2020 del termine per la presentazione delle Certificazioni previste dalla normativa in materia di lavoro ed in particolare dei DURC e Uniemens.
Solo l’emanazione di detti provvedimenti, potrà garantire e sostenere famiglie, enti gestori ed i professionisti che operano nel settore, stante la gravissima crisi finanziaria ed economica provocata dall’emergenza sanitaria in atto.
Certi che il Governo, stante il difficile momento che sta affrontando la nazione e con essa le attività tese alla formazione permanente vorrà inserire nel prossimo decreto legge, gli interventi sulle necessità sopra evidenziate.
Il Governo non può far venir meno gli aiuti necessari al settore, derogando ai principi fondamentali della Costituzione, tra i quali la libertà della cultura, della formazione continua e dell’insegnamento.