Agenpress – “Ognuno di noi è diverso e reagisce in maniera diversa ad un’infezione di un agente estraneo. Ora stiamo cercando di scoprire cos’ha di geneticamente diverso il 2-3% della popolazione mondiale che viene colpita più gravemente dal Coronavirus e non ha altre patologie. Sarebbe importantissimo individuare queste persone, ad esempio un medico ad alto rischio non lo metteremmo a lavorare in un reparto Covid”.
Lo dice il Prof. Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Tor Vergata, ospite su Radio Cusano Tv Italia.
Sulla diffusione del Coronavirus. “Siamo rimasti impreparati per la rapidità di diffusione. Non ci aspettavamo una pandemia in condizioni così rapide, questo ci ha spiazzati”.
Sulla scarsa diffusione in Africa. “In Africa ci sono condizioni ambientali che dobbiamo studiare. Anche la temperatura è di per sè un fattore. Inoltre sono stati bloccati i viaggi verso l’Africa. Non è una questione di etnia”.
Sui test rapidi. “C’è una grande confusione. Un test fatto male o un test cattivo sarebbe meglio non farlo. Allo stato attuale il tampone rimane il test migliore. I test sierologici sono ormai tecnologicamente precisi, ma vanno definiti un po’ meglio. Questi test dicono se sei stato a contatto col virus e se ce l’hai ancora, ma se sei positivo devi fare anche il tampone. Sulla questione dell’immunità, non sappiamo ancora quanto duri e per capirlo ci vuole un po’ di tempo. Sui test rapidi stiamo studiando uno strumento che arriva dalla Cina, lo stiamo validando”.