AgenPress – L’università Qinghua ha licenziato Xu Zhangrun, il giurista finito nel mirino del regime per le sue critiche al presidente Xi Jinping. Lo ha rivelato ieri lo stesso accademico in un’intervista a Rthk. Xu ha sottolineato che il prestigioso ateneo di Pechino lo ha “punito” per “corruzione morale”. Egli non si appellerà contro la decisione, dichiarando di accettare ogni forma di punizione.
Xu era stato liberato dalla polizia il 13 luglio dopo aver trascorso sei giorni in prigione con l’accusa di aver “favorito la prostituzione” durante una sua visita a Chengdu (Sichuan) la scorsa estate. In base al sistema legale cinese, ciò non costituisce un reato, ma solo una violazione amministrativa punibile con una pena massima di 15 giorni di detenzione
Per colleghi e amici, le autorità hanno inventato le accuse con l’obiettivo di screditare Xu, distruggendo la sua reputazione, e fargli perdere il lavoro. Egli era stato già sospeso dall’insegnamento nel 2019 per un articolo contro la presidenza a vita di Xi. In febbraio, il giurista aveva pubblicato un articolo che criticava “la tirannia” del Partito comunista (Pcc), colpevole di aver distrutto “il sistema politico cinese” che si avviava alle riforme dopo la morte di Mao Zedong.
Lo scorso maggio, alla vigilia della sessione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo, Xu ha chiesto alla leadership cinese di riflettere sulla sua gestione della pandemia e di scusarsi con il popolo per i suoi errori. Secondo l’accademico, la repressione della società civile e della libertà di espressione operata dal Pcc ha impedito alla popolazione di rispondere subito all’allarme per il Covid-19.
Oltre a Xu, le autorità hanno preso di mira altri intellettuali negli ultimi mesi. Anch’essi hanno affermato che la mancanza di libertà di stampa ha favorito la propagazione del Covid-19. Tra i più conosciuti, Xu Zhiyong, fondatore del Movimento dei nuovi cittadini, è stato arrestato il 15 febbraio a Guangzhou (Guangdong).
Liang Yanping, docente di lingua e letteratura all’università dell’Hubei, e Wang Xiaoni, professore in pensione dell’università di Hainan, sono finiti sotto indagine ad aprile per aver espresso apprezzamento per il “Diario da Wuhan”, in cui la scrittrice Fang Fang racconta la vita nella capitale dell’Hubei, epicentro della pandemia, nei giorni del “lockdown”. Fonte:AsiaNews