Palestina: 1 milione di bambini vive senza beni essenziali. 4.000 neonati senza cure salvavita

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AgenPress. “Ho appena concluso una missione di quattro giorni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. La situazione è estremamente preoccupante.

Troppo spesso i bambini dello Stato di Palestina sono le vittime di questo conflitto incessante. Quasi tutti i 2,4 milioni di bambini che vivono in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e nella Striscia di Gaza sono colpiti in qualche modo. Alcuni bambini vivono con grande paura o ansia; altri affrontano le conseguenze reali della privazione di assistenza e protezione umanitaria, dello sfollamento, della distruzione o della morte. Tutti i bambini devono essere protetti.
Senza l’ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza, circa 1 milione di bambini vive senza i beni di prima necessità di cui ha bisogno per sopravvivere – ancora una volta.
A poche decine di chilometri dalla Striscia di Gaza si trovano più di 180.000 dosi di vaccini di routine essenziali per l’infanzia, sufficienti a vaccinare e proteggere 60.000 bambini sotto i 2 anni, e 20 ventilatori salvavita per le unità di terapia intensiva neonatale. Mentre l’UNICEF è riuscito a consegnare 30 macchine respiratorie CPAP – che aiutano in modo significativo i neonati prematuri e quelli affetti da sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) – i ventilatori sono essenziali per i neonati che necessitano di un supporto respiratorio avanzato.
Tragicamente, circa 4.000 neonati non possono attualmente accedere a cure salvavita essenziali a causa del forte impatto sulle strutture mediche della Striscia di Gaza. Ogni giorno, senza questi ventilatori, si perdono vite umane, soprattutto tra i neonati vulnerabili e prematuri nel nord della Striscia di Gaza.
L’UNICEF chiede che venga consentito l’ingresso di queste forniture sanitarie salvavita per bambini. Non c’è motivo per cui non debbano ciò non possa accadere.
In conformità con il diritto internazionale umanitario, i bisogni essenziali dei civili devono essere soddisfatti, e ciò richiede di facilitare l’ingresso di assistenza salvavita indipendentemente dal fatto che sia in atto o meno un cessate il fuoco. Eventuali ulteriori ritardi nell’ingresso degli aiuti rischiano di rallentare ulteriormente o chiudere i servizi essenziali e potrebbero annullare rapidamente i risultati ottenuti per i bambini durante il cessate il fuoco.
Dobbiamo consegnare questi aiuti per i bambini, compresi i neonati, prima che sia troppo tardi. E dobbiamo mantenere in funzione i servizi essenziali. Ho visitato l’impianto di desalinizzazione dell’acqua sostenuto dall’UNICEF a Khan Younis, a Gaza, l’unica struttura che ha ricevuto elettricità dal novembre 2024 e che ora è stata scollegata. Ora funziona solo al 13% della sua capacità, privando centinaia di migliaia di persone di acqua potabile e servizi igienici.
In Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, dall’ottobre 2023 sono stati uccisi più di 200 bambini palestinesi e 3 israeliani, il numero più alto registrato in questo arco di tempo negli ultimi due decenni.
A Jenin e nel nord della Cisgiordania, più di 35.000 bambini sono stati costretti a lasciare le loro case e i loro beni e a trovare rifugio altrove. L’istruzione è fortemente compromessa per quasi 12.000 bambini, a causa dei recenti spostamenti di popolazione. I bambini in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono spesso esposti ai blocchi stradali e all’assenza di materiale scolastico.
A Jenin ho incontrato molte madri e bambini sfollati nei rifugi. Mi hanno detto quanto soffrono per la violenza, la paura e l’interruzione dell’istruzione. Mi hanno detto che non chiedevano la carità, ma solo il rispetto dei loro diritti e la possibilità di tornare alle loro case.
L’UNICEF continua a fare tutto il possibile per proteggere e sostenere i bambini nello Stato di Palestina. Ripariamo sistemi idrici, organizziamo sessioni di salute mentale, creiamo centri di apprendimento e ci impegniamo costantemente presso i responsabili delle decisioni per ottenere l’accesso e la cessazione della violenza. Ma questo da solo non basta.
I bambini non devono essere uccisi, feriti o sfollati e tutte le parti devono rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale. I bisogni essenziali e di protezione dei civili devono essere soddisfatti e l’assistenza umanitaria deve poter fluire rapidamente e su larga scala. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati rapidamente e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza deve continuare e sostenere soluzioni durature al conflitto.
Decine di migliaia di bambini sono stati uccisi e feriti. Non dobbiamo tornare a una situazione che faccia aumentare questi numeri”.
Dichiarazione del Direttore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa Edouard Beigbeder.
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