AgenPress. Nei giorni scorsi sono stati presentati due volumi su Bettino Craxi di Carmine Fotia e Fabio Martini, entrambi interessanti. La vicenda di Craxi è stata rievocata con riferimenti politici e umani. Craxi non è stata una meteora, ma è parte della storia del Paese con tanti vuoti di memoria e libere interpretazioni, in cui il reale subisce manipolazioni e soccombe al dominio di una volontà dominante.
A commentare le opere sono stati D’Alema e Gargani, il presidente dell’Associazione degli ex parlamentari che ha preso la iniziativa. D’Alema ha sviluppato un ragionamento in cui ha riconosciuto errori nei giudizi sulla politica di Craxi, ma non ha fatto una valutazione esaustiva.
La fine della cosiddetta prima repubblica (è stata solo la fine di una fase e non della prima repubblica) non è avvenuta per consunzione, ma per un golpe messo in atto dalla sinistra, da procuratori d’assalto, da una forte massoneria deviata, da settori infedeli dell’apparato dello Stato, che ha spazzato la politica e i partiti, stracciando pagine di conquiste democratiche.
Un golpe ben riuscito con fasce di borghesia desiderose di stabilità. La questione morale di Berlinguer trovava, dopo qualche anno dalla Sua morte, riscontri con attivi registi impegnati a “sensibilizzare” procuratori d’assalto.
Berlinguer con la questione morale dava continuità al Suo partito mentre il comunismo si sfaldava. Poneva così anche una pietra tombale sull’origine del terrorismo rosso.
E infatti nel 1994 con il sistema elettorale che avviava il processo di decomposizione del Parlamento e l’alterazione delle garanzie costituzionali, tutti i Partiti andavano in crisi ad eccezione del PCI (e derivati) coperto da impunità, pur avendo perso storicamente.
Furono anni di terrore. Semplici avvisi di garanzie decretavano la morte civile. Si attendevano ‘”le liste dei condannati” come nella Rivoluzione Francese: il rappresentante del popolo leggeva ai prigionieri l’elenco di coloro che era destinati alla ghigliottina.
E in Italia il pool di mani pulite ha praticato la tortura psicologica in un clima di terrore.
D’Alema non ha affrontato questo tema, che pesa ancora oggi drammaticamente come la vicenda personale di Craxi e di tanti che si sono suicidati senza suscitare pietà.
La maggior parte degli inquisiti del pool di mani pulite è stato assolto. Gargani è stato lucido e bravissimo: ha difeso valori e il senso della giustizia che il vento giustizialista ha spazzato via.
Ci si interroga sulla tenuta della democrazia, sui diritti delle libertà. Ma se l’oggi è il risultato di un golpe, lo stato di salute della democrazia è precario. Disegni autoritari se pur ancora non scritti sono in atto: parlamento liquidato, un esecutivo forte, ma fortissimo il ginepraio dei poteri che decidono senza controlli come le Autorità Amministrative Indipendenti.
Anche la destra deve fare i conti con la storia del terrorismo nero per molto tempo occultato. C’è la possibilità di ripresa? Ritengo di si. Ci sarà un ritorno di un partito di cattolici? Si, quando il Paese ritroverà la politica e i cattolici faranno giustizia di tanti post democristiani girovaghi che hanno depredato la storia della DC per servirsene.
La ripresa del Paese non può avvenire senza recuperare i giacimenti culturali e valoriali come quelli dei democratici cristiani.
Mario Tassone (ex deputato della Repubblica Italiana – già vice Ministro).