Gelsomina Vigliotti Vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti all’Italian Investment Council 2025 by Remind

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AgenPress. Si sono conclusi il 27 febbraio 2025 i tavoli di approfondimento di “Italian Investment Council 2025” by Remind – l’Associazione delle Buone Pratiche dei Settori Produttivi Italiani – un’importante occasione di confronto tra Pubblico e Privato per promuovere le eccellenze del Made in Italy all’estero, analizzare le sfide e le opportunità legate agli investimenti e allo sviluppo economico sostenibile, sociale e culturale.

Esperti, Imprenditori, Manager, Professionisti Partner di Remind che hanno messo a disposizione esperienze e competenze per delineare insieme alle Istituzioni internazionali, nazionali e locali le Politiche industriali per la crescita dell’Italia, per la sicurezza e il benessere delle persone dove vivono, operano e transitano.

Tra i partecipanti Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti che ha cosi dichiarato: “La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha sempre avuto un forte impegno verso l’Italia. Fondata nel 1958 con il Trattato di Roma, il suo obiettivo principale era promuovere un livello uniforme di sviluppo tra i paesi fondatori, che allora erano molto meno rispetto a oggi, con particolare attenzione alla coesione, e quindi, soprattutto, al Mezzogiorno d’Italia.

La BEI è quindi nata con una forte impronta italiana, e mi piace ricordare che il primo progetto finanziato dalla banca è stato in Italia, con un prestito per la costruzione di un complesso petrolchimico in Sicilia e un altro per l’estrazione di lignite in Lucania. Da quel momento, l’impegno della BEI in Italia è cresciuto costantemente, portando a un investimento complessivo di 279 miliardi di euro nel nostro paese, di cui 58 solo negli ultimi 5 anni.

Gli ultimi dati, pubblicati all’inizio di quest’anno, sono stati presentati anche con una conferenza stampa a Roma. Nel 2024, la BEI ha firmato in Italia 99 operazioni per un valore complessivo di 11 miliardi. Il ruolo della BEI è definito come catalitico: i suoi finanziamenti sono mirati ad attrarre ulteriori capitali, facendo leva su di essi. Con gli 11 miliardi investiti nel 2024, la BEI ha generato investimenti per un totale di 37 miliardi, che rappresentano circa l’1,7% del PIL italiano.

Ci definiamo anche la banca del clima dell’Unione Europea, con obiettivi quantitativi ambiziosi. Il 50% delle nostre attività devono avere un impatto positivo sull’azione climatica, e entro il 2030 puntiamo a mobilitare risorse per un miliardo di euro. Al di là delle opinioni sul cambiamento climatico, uno dei temi più rilevanti oggi è l’efficienza energetica e l’autonomia energetica, soprattutto perché tutti noi dovremo riscaldare e raffreddare le nostre case in un contesto di riscaldamento globale.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha reso il tema dell’energia ancora più centrale. La BEI rimane focalizzata sull’efficienza energetica, investendo in tre ambiti fondamentali: la produzione di energie rinnovabili, l’efficientamento energetico e la ricerca e sviluppo per garantire che le rinnovabili possano fornire energia in modo continuo. Nel 2024, con i nostri investimenti, abbiamo soddisfatto il fabbisogno energetico di 1,2 milioni di famiglie, ammodernato 17.000 chilometri di reti elettriche e installato 1,5 milioni di smart meter. Questi sono numeri concreti che dimostrano quanto l’Europa stia investendo in progetti vicini ai cittadini.

Non possiamo ridurre tutto ai numeri. La BEI ha supportato l’Italia e altri paesi europei anche nei momenti più difficili, come durante la crisi del debito sovrano, la pandemia da Covid e, più recentemente, la crisi energetica. Parlando di investimenti, tema particolarmente importante in Italia, visto il calo della produzione industriale degli ultimi 22 mesi, dobbiamo continuare a promuovere gli investimenti.

Ogni anno, la BEI pubblica un rapporto basato su indagini condotte con le imprese. I dati per l’Italia mostrano segnali positivi: gli investimenti sono aumentati di circa il 10% rispetto ai livelli pre-Covid, trainati principalmente dal settore pubblico. Gli investimenti nella digitalizzazione, innovazione e intelligenza artificiale sono stati significativi, ma non siamo ancora al passo con la media europea. C’è ancora spazio per investire in questi settori che sono alla base della crescita economica.

Con il contesto geopolitico attuale, la competitività sta diventando sempre più cruciale. L’autonomia strategica dell’Europa e la sua competitività globale sono temi che dobbiamo affrontare con determinazione. Stiamo adattando anche il nostro portafoglio di strumenti finanziari per sostenere la nascita di grandi “campioni” europei, che possano competere a livello internazionale.

Ma lavoriamo anche per supportare le piccole e medie imprese e le start-up, particolarmente vivaci in Italia e in Europa. Questi settori, che necessitano di supporto per crescere e raggiungere una scala più ampia, devono rimanere in Europa. Non possiamo permettere che vengano acquisite da fondi esterni che ne ridurrebbero la competitività.

L’Italia è uno dei principali mercati della BEI sin dal suo inizio. Collaboriamo con grandi aziende italiane come Ferrovie dello Stato, Leonardo, Enel e molte altre, ma anche con le piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura della nostra economia. Lavoriamo con le banche italiane per sviluppare programmi destinati alle piccole e medie imprese, per garantire che non siano limitate nelle loro possibilità finanziarie.”

 

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