Avvistata una balenottera comune nel Golfo di Taranto: un segnale per la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo

- Advertisement -
- Advertisement -

La scoperta, effettuata dai ricercatori della Jonian Dolphin Conservation, conferma il ruolo del Mediterraneo nella conservazione dei cetacei e l’importanza del monitoraggio scientifico


AgenPress. Una balenottera comune (Balaenoptera physalus) è stata avvistata pochi giorni fa nel Golfo di Taranto. I ricercatori della Jonian Dolphin Conservation, l’associazione che monitora e studia la presenza dei cetacei nel Mar Ionio, hanno documentano la presenza del grande cetaceo, il secondo animale più grande del pianeta, confermando il ruolo cruciale del Mediterraneo nella sua conservazione e l’importanza del monitoraggio scientifico. L’avvistamento di questo cetaceo nel Golfo di Taranto non è frequente, ma le balenottere sono una presenza costante anche nel Mediterraneo centrale.

Tra le oltre 4.150 osservazioni di cetacei raccolte nell’ambito da LIFE Conceptu Maris, un progetto europeo che si occupa di conservazione dei cetacei e tartarughe marine in mare aperto nel Mediterraneo, ben 1.140 riguardano la balenottera comune. Questo cetaceo è infatti l’unica vera balena presente regolarmente nel Mediterraneo. Si tratta di una specie altamente mobile, osservabile in diverse aree, con concentrazioni significative nel Santuario Pelagos, nel Mar Ligure, confermando il ruolo chiave di questa zona per la conservazione della specie e degli altri cetacei. Le osservazioni non mancano anche nel Nord-Ovest del Mediterraneo, lungo le coste francesi e spagnole e nel Mediterraneo meridionale, sebbene siano numericamente meno rilevanti.

Dai monitoraggi in mare aperto di Conceptu Maris sappiamo che le balenottere comuni si trovano anche nel Mediterraneo meridionale – racconta Marta Azzolin, dell’Università di Torino, che partecipa al progetto – ma nei mesi più caldi tendono a spingersi più a nord. Spesso si fermano nel Tirreno centrale, che è un’area di alimentazione alternativa al Mar Ligure. Nell’Adriatico meridionale abbiamo osservato anche i capodogli, proprio alla fine del 2024“.

Nella stessa area, nel basso Adriatico e nel Mar Ionio, sono particolarmente diffusi il tursiope (Tursiops truncatus) e la stenella striata (Stenella coeruleoalba), due specie ampiamente distribuite in tutto il Mediterraneo. Insieme, rappresentano circa la metà delle osservazioni di cetacei registrate dal progetto LIFE Conceptu Maris. Alla fine del 2024, sono stati avvistati anche capodogli nel basso Adriatico, al largo di Otranto, un dato significativo che fa sperare in una possibile ripresa della specie in questa area.

In questo braccio di mare sono particolarmente diffuse le tartarughe marine Caretta caretta, favorite dall’aumento delle temperature delle acque superficiali. Il numero di nidi lungo le nostre coste italiane è aumentato sensibilmente negli ultimi anni, e la specie è ormai piuttosto comune nel Mediterraneo. Nell’ambito del progetto LIFE Conceptu Maris, tra il 2022 e il 2024 sono state effettuate 2.166 osservazioni in mare aperto. Molte delle tartarughe che entrano nel Mediterraneo dall’Atlantico si spostano da Ovest a Est, seguendo la corrente superficiale lungo la costa algerina. Giunte all’altezza della Sicilia, una parte prosegue verso il Mar Tirreno, mentre altre attraversano il Canale di Sicilia per raggiungere il Mar Ionio e l’Adriatico.

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -