Abbiamo varie carenze in settori strategici da colmare, soprattutto quello missilistico
Le dichiarazioni di Trump mirano a disorientare
AgenPress. “Il progetto di difesa comune europea non è una chimera, basta la volontà politica di metterlo in atto. Se ci fosse una convergenza dei principali leader dei paesi europei nel mettersi d’accordo su una politica estera comune e sulle capacità di mettere a disposizione le rispettive risorse militari, non ci sarebbero tanti problemi organizzativi a impedirne la riuscita. Basterebbe riprodurre il modello Nato, che non ha un esercito proprio, ma fa affidamento sui singoli reparti militari messi a disposizione dai vari paesi. Le difficoltà sono perlopiù pratiche: vanno messe in conto le gravi carenze in alcuni settori che purtroppo a oggi sono colmate solo dagli aiuti americani”.
Lo ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore, intervenuto nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ in merito al progetto di costruzione di una difesa comune europea.
E ha proseguito “È innegabile che l’Europa dipenda dalle forniture di armi americane. Il problema è che le economie di scala USA- spiega- sono incomparabili a quelle europee, non siamo in grado di far fronte alle capacità produttive che hanno gli americani. I sistemi d’arma americani costano la metà di quelli prodotti da noi, non siamo al loro livello.
Voglio però precisare- continua Camporini- che non è vero che siamo indietro su tutti i settori rispetto a loro. In alcuni campi, come quello della marina, siamo all’avanguardia. Le navi che stanno costruendo gli americani ora sono di progettazione italiana. Noi siamo estremamente vulnerabili dal punto di vista missilistico: se gli attacchi iraniani a Israele fossero stati diretti a una città europea avremmo contato decine di migliaia di morti”.
Il generale termina l’intervento analizzando la posizione di Trump sull’Ucraina “Mi sembra chiaro che Trump stia facendo delle dichiarazioni che mirano a disorientare. La situazione è in stallo e se non si trova un accordo, si potrebbe benissimo giungere a una cristallizzazione del conflitto come accadde in Corea: li non c’è un trattato di pace, solo un armistizio. Potrebbe andare così”