Ucraina, Quartapelle (PD): “Grottesco e arrogante atteggiamento USA. Vertice di Parigi risposta giusta”

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress. “A me sembra grottesco e arrogante l’atteggiamento del vicepresidente americano Vance, che è venuto in Europa a spiegarci che la minaccia del nostro mondo non è la Russia, non è la Cina, ma Bruxelles e l’Europa, perché sarebbe una minaccia alla democrazia, e lo fa appartenendo a un gruppo di persone che ha giustificato l’assalto di quattro anni fa al Campidoglio alla Camera degli Stati Uniti per evitare che venisse riconosciuto il risultato delle elezioni.

Mi sembra grottesco e arrogante che a fronte del fatto che Stati Uniti e Europa per tre anni si sono caricati in parti uguali l’aiuto all’Ucraina aggredita, oggi gli Stati Uniti decidano di fare un accordo con Putin sulla testa degli ucraini e sulla testa degli europei. Come se tutto quello che è stato fatto in questi tre anni dai valorosi ucraini che hanno perso molto per difendere i propri confini e il principio della sovranità degli Stati, è come se l’Europa, che confina di fatto con la Russia, non fosse toccata da decisioni che vengono prese negli Stati Uniti. Questo mi sembra grottesco, arrogante, prepotente, brutale e sciocco.”

Così Lia Quartapelle, deputata del Partito democratico, intervistata da Francesco Borgonovo ai microfoni di Calibro 8 su Radio Cusano Campus.

“A me sembra che l’unica cosa che è cambiata tra ieri e oggi è appunto Trump, non è cambiato invece l’atteggiamento ucraino che è determinato a cercare di proteggere il proprio paese e una pace stabile, duratura, sicura. Non è cambiato l’atteggiamento di Vladimir Putin che anche in questi giorni ha bombardato l’Ucraina, sta ammassando 150.000 truppe in Bielorussia, sta riarmando le truppe nordcoreane per continuare nella propria sconcia campagna di aggressione contro l’Ucraina.

L’unica cosa che è cambiata è l’atteggiamento americano e a me questa cosa francamente preoccupa perché voler raggiungere un accordo in tempi stretti, rapidamente, rischia di essere una modalità superficiale e rischia di far pagare un prezzo molto alto. Paci veloci hanno un costo alto per chi le fa e penso che gli Stati Uniti vogliano far pagare questo costo alto agli Ucraini e all’Europa, perché adesso Trump vuole raccontare che lui è capace di pacificare il mondo. Penso che queste cose, in particolare come si esce dall’invasione russa contro l’Ucraina, siano cose molto delicate, molto complicate che riguardano la sicurezza europea, e penso che il vertice di Parigi di oggi sia una risposta giusta a un atteggiamento tipicamente americano, tipicamente yankee: arriviamo noi, risolviamo tutto e poi ci penseranno gli altri. Questo per l’Europa non va bene perché stiamo parlando della sicurezza del nostro continente, non di un’altra cosa.”

E sui possibili ottenimenti ucraini: “La domanda che mi viene da fare è: ottenere da chi? Da Trump che con questo suo atteggiamento sprezzante vuole imporre il proprio volere o da Putin? La mia risposta è molto semplice: noi non possiamo pensare di occuparci degli Stati Uniti. La scelta dei cittadini americani è stata chiara. Vedranno loro, vedranno le forze democratiche che si opporranno a Trump. Noi possiamo fare una sola cosa, cioè cercare di rafforzare la sicurezza europea, ovvero una politica estera comune, degli investimenti comuni in difesa, come ha proposto Ursula von der Leyen proprio a Monaco come risposta al discorso di Vance. Un continuo sostegno all’Ucraina e non riconoscere mai le conquiste territoriali.

Ci sono vari modi di fare questa cosa, ma io penso che riconoscere che con la forza un Paese possa strappare a un altro pezzi del proprio territorio sia un precedente molto rischioso. Se l’amministrazione americana pensa che per ottenere la pace bisogna dire ‘quello che ha conquistato Putin resta di Putin’, questo atteggiamento mette a rischio la sicurezza di tutti noi. Questa cosa noi non la dobbiamo fare. Come si fa? Faccio un esempio. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, nonostante l’occupazione sovietica, gli Stati Uniti non riconobbero mai l’occupazione sovietica dei paesi baltici e quindi nel 1990 (50 anni dopo, certo) poterono riconquistare la propria indipendenza non avendo mai perso la propria sovranità. Sono cose simboliche, ma sono cose che segnano un punto a livello del diritto internazionale, che è il principio che noi vogliamo proteggere.”

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -