Messa giubilare per i corpi militari. Papa: “Non lasciatevi sedurre dalle armi, difendete sempre la vita”

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In piazza San Pietro Francesco presiede la Messa giubilare per i corpi militari e di sicurezza sottolineandone il valore nella “lotta alla criminalità e alle diverse forme di violenza”, nella “salvaguardia del creato” e nella “promozione della pace”: non coltivate “uno spirito di guerra” ma siate dalla “parte della legalità”, il “bene può vincere nonostante tutto”


AgenPress. Vi chiedo per favore di vigilare: vigilare contro la tentazione di coltivare uno spirito di guerra; vigilare per non essere sedotti dal mito della forza e dal rumore delle armi; vigilare per non essere mai contaminati dal veleno della propaganda dell’odio, che divide il mondo in amici da difendere e nemici da combattere. Siate invece testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti. E, insieme, camminiamo per costruire una nuova era di pace, di giustizia e di fraternità.

Il Pontefice tesse un parallelismo con quanto le Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza sono chiamate a fare. Gesù, che “al primo posto mette sempre l’incontro con gli altri, “la relazione” e “la preoccupazione per quelle fatiche e quei fallimenti che spesso appesantiscono il cuore e tolgono la speranza”, anzitutto osserva ogni cosa con “sguardo attento”, spiega Francesco, e così, pur se “la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio”, vede “due barche accostate alla riva” e scorge “la delusione nel volto” dei pescatori intenti a lavare “le reti vuote dopo una notte andata male”. Coglie “il loro scoraggiamento” e la loro “frustrazione” e li guarda con compassione. “E non dimentichiamo questo: la compassione di Dio. I tre atteggiamenti di Dio – ribadisce ancora una volta il Papa -: vicinanza, compassione e tenerezza. Non dimenticare: Dio è vicino, Dio è tenero e Dio è compassionevole, sempre!”.

Per il Pontefice chi lavora nelle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza, per la divisa indossata e il giuramento fatto, con coraggio e forgiato dalla disciplina deve assumere gli stessi atteggiamenti di Gesù. Quindi “vedere”, “avere uno sguardo attento, che sa cogliere le minacce al bene comune, i pericoli che incombono sulla vita dei cittadini, i rischi ambientali, sociali e politici cui siamo esposti”, insomma, scorgere “il male per denunciarlo”; “salire sulla barca in tempesta” impegnandosi a “servizio del bene, della libertà, e della giustizia”; “sedersi”, perché l’essere presenti” nelle “città” e nei “quartieri”, lo “stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli”, “insegna che il bene può vincere nonostante tutto”, “che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari” e che è possibile “creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno, nonostante le forze contrarie del male”.

Nel loro compito tutte le Forze dell’ordine sono accompagnate anche dai cappellani, sottolinea, in conclusione, il Papa. Sono sacerdoti che “non servono – come a volte è tristemente successo nella storia – a benedire perverse azioni di guerra”, ma che incoraggiano “a prendere il largo” e offrono “ascolto”, “vicinanza” e sostegno “morale e spirituale”, affiancando e aiutando a svolgere gli “incarichi alla luce del Vangelo e al servizio del bene”. E proprio per tale servizio reso da migliaia di uomini e donne con svariate divise Francesco esprime ancora gratitudine.

Vi siamo grati per quanto operate, a volte rischiando personalmente. Grazie perché salendo sulle nostre barche in pericolo, ci offrite la vostra protezione e ci incoraggiate a continuare la nostra traversata.

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