Costa (FI): “Nessuna commissione di inchiesta per magistratura, vogliamo accertare norme che fanno acqua”

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“Troppe ingiuste detenzioni e processi. C’è protezione nei confronti dei magistrati”


AgenPress. “Innanzitutto vorrei precisare che quella da me proposta non è una commissione di inchiesta parlamentare nei confronti della magistratura, bensì una commissione che accerti le modalità di attuazione delle norme presenti nel nostro ordinamento. Molte norme disciplinano la magistratura ma risulta evidente che sono applicate a seconda delle circostanze, soprattutto per quanto riguarda quelle che regolamentano le responsabilità degli errori dei magistrati: queste fanno acqua da tutte le parti”.

Ha esordito così ai microfoni di Radio Cusano il parlamentare Enrico Costa (FI), intervenuto nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ in merito alla sua proposta di istituire una commissione di inchiesta per le attività dei magistrati.

E ha proseguito “Ci sono troppe ingiuste detenzioni e processi senza fondamento. Il processo di per sé è già una condanna per il cittadino, che spesso finisce con una sentenza di assoluzione. Perché allora di fronte a tanti errori-chiede- il CSM valuta positivamente il 99,6% dei magistrati? Evidentemente le norme hanno qualcosa che non va su tanti temi: le promozioni dei magistrati, gli incarichi extragiudiziali”.

In merito al fatto che questa commissione possa sostituirsi al giudizio del CSM commenta “il rischio non c’è perché la commissione serve solo al parlamento per capire come le norme vengono attuate: per scrivere ottimamente le leggi serve un quadro completo del sistema.

Faccio un esempio- continua Costa- nel 2006 approvammo il DL sulla responsabilità dei magistrati, dove fu stato stabilito che uno dei detentori dell’azione penale nei loro confronti fosse il procuratore generale di Cassazione, anche lui un magistrato. Sappiate che nel 2024 ha respinto il 95% delle segnalazioni e dei ricorsi nei confronti dei provvedimenti dei magistrati: mi sembra ci sia un atteggiamento alquanto protettivo nei loro confronti.

Nel nostro ordinamento- termina- è previsto che venga rinviato a giudizio qualcuno solo se c’è la ragionevole previsione di condanna. Capisco che ogni tanto si possa sbagliare, ma non è possibile che vengano mandati a processo degli individui soltanto perché coinvolti in un caso mediatico e il magistrato pensi di dover fare qualcosa. Tanto poi alla fine del processo il magistrato non sarà più nemmeno presente e la cosa non lo riguarderà. Così non va” ha concluso Enrico Costa.

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