Liberazione Almasri. Nordio: non faccio passacarte, atto Cpi era nullo. Errori nel mandato d’arresto. Sbagliata la data dei reati commessi

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress – “Il 18 gennaio la Cpi emetteva un mandato di arresto internazionale nei confronti di Almasri per una serie di reati. Il mandato di arresto è arrivato domenica 10 gennaio alle ore 9.30 con una notizia informale e l’arresto trasmessa via email da un funzionario Interpol alle ore 12.37,sempre domenica: una comunicazione assolutamente informale, priva di dati identificativi e priva del provvedimento in oggetto e delle ragioni sottese. Non era nemmeno allegata la richiesta di estradizione”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri.

“Il 20 gennaio il procuratore della Corte d’appello di Roma trasmetteva il complesso carteggio” sull’arresto di Almasri “al ministero della Giustizia alle11.40. Alle 13.57 il nostro ambasciatore all’Aja trasmetteva al ministero la richiesta dell’arresto provvisorio. La comunicazione della questura al ministero è avvenuta ad arresto già fatto”.

Nella documentazione della Cpi “una sessantina di paragrafi in cui vi è tutta la sequenza di crimini orribili addebitati al catturando, vi è un incomprensibile salto logico. Le conclusioni del mandato di arresto risultavano differenti rispetto alla parte motivazionale e rispetto alle conclusioni.

“incertezza assoluta” a cominciare, ha sottolineato, “dalla data in cui sarebbero avvenuti i crimini: si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere”.

“Il ruolo del ministro non è semplicemente quello di un organo di transito delle richieste: è un organo politico che deve meditare sul contenuto di queste richieste in funzione di un eventuale contatto con altri ministeri e funzioni organo dello Stato. Non faccio da passacarte, ho il potere di interloquire con altri organi dello Stato in caso di necessità e questa necessità si presentava eccome. Inoltre serve valutare la “coerenza delle conclusiono cui perviene la decisione della Cpi”. Questa coerenza manca completamente e quell’atto era nullo, in lingua inglese senza essere tradotto e con vari allegati in lingua araba”, ha aggiunto Nordio.

“La Corte si riunisce 5 giorni dopo per dire che il primo mandato di arresto era completamente sballato perchè aveva sbagliato niente meno che la data del commesso reato e noi ce ne eravamo accorti. Se non ce ne fossimo accorti e l’avessimo inviata alla corte d’appello italiana ce l’avrebbe mandata indietro dicendo che quel mandato di arresto era completamente contraddittorio. E questo ce lo dicela stessa corte che ha fatto una riunione apposta per cambiare la data dei delitti dal 2011 al 2015. Quattro anni di resto continuato non sono cosa da poco”.

Il mandato d’arresto della Corte dell’Aja nei confronti di Osama Njeem Almasri “è arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello” di Roma.

“incertezza assoluta” a cominciare, ha sottolineato, “dalla data in cui sarebbero avvenuti i crimini: si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere”.

“Parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministro senza aver letto le carte. Cosa che può anche essere perdonata ai politici, ma non può essere perdonata a chi per mestiere per prudenza le carte le dovrebbe leggere”.

 

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -