AgenPress – “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”. La frase citata nel suo post è quella pronunciata da Jim Carrey nella parte finale del film’The Truman Show’. Anche la scena illustrata nel fotomontaggio è quella tratta dal film, con Grillo al posto del protagonista. Se Conte parla oggi ed ha tante cose da dire, bisognerà vedere se con questo post il fondatore del Movimento cinque stelle intende chiudere la querelle dopo la sconfitta e accettare il cambiamento del M5S uscendo definitivamente dalla partita o se immagina qualcosa di diverso.
Per Giuseppe Conte comincia però ora il percorso più difficile. Al di là dell’ironia con cui Grillo dà il merito al leader del movimento di arricchire il corpo elettorale del Pd, è incontrovertibile il fatto che i risultati elettorali dei Cinque stelle siano in caduta libera. Far parte dell’area progressista in modo autonomo evitando di avere il ruolo residuale di “cespuglio” del Partito Democratico è la sfida più difficile che si troverà ad affrontare. Ha scelto la strada di un movimento che, di fatto, si trasforma in partito ma che non ha ancora struttura e organizzazione, le cui radici territoriali sono tutte da creare.
Gli iscritti erano stati chiamati dallo stesso Grillo a esprimersi nuovamente dopo il risultato del 21-24 novembre, che aveva largamente premiato le posizioni di Giuseppe Conte. Un esito che ha alzato l’asticella della guerra tra il fondatore e il leader e presidente del M5s fino a uno scontro frontale, senza esclusione di colpi.
Il primo e più atteso dato era relativo al quorum: l’esito della prima votazione era stato schiacciante a favore della proposta di Conte di una rifondazione del M5s. Grillo poteva contare solo sul mancato quorum per farla saltare: affinché la seconda tornata fosse valida, era necessario il voto del 50% più uno degli aventi diritto.
Il 24 novembre, l’assemblea costituente del Movimento, a larga maggioranza, aveva votato un doppio sì (confermato stasera): per cancellare la figura del “garante” Beppe Grillo e per abolire il limite dei due mandati elettivi.
I “contiani” avevano ottenuto il 61,2% di affluenza e davano per scontato il superamento del quorum anche stavolta.
Conte finora ha smentito l’ipotesi di scissioni: “Grillo si è allontanato dalla comunità e ora ne rivendica un diritto di patronato”, attacca l’ex premier. L’accusa è che Grillo continua a comportarsi come un “monarca assoluto” che non riconosce “il percorso che stanno facendo queste persone, un percorso di persone adulte e mature che da anni su suo incitamento ed ispirazione stanno portando avanti delle battaglie e che con passione hanno vinto tante sfide. Ed oggi – accusa ancora Conte – questo percorso viene disconosciuto dal garante stesso perché questa comunità ha deciso “addirittura” di realizzare il principio fondativo del movimento: la democrazia partecipativa”.