AgenPress. La contemplazione della Vergine offerta oggi dal Papa la rendono particolarmente vicina e familiare. Maria, ricorda Francesco, ha un’infanzia che non è raccontata dai testi sacri. Eppure, proprio in questo anonimato – che nei Vangeli cede il posto all’accenno di una vita ricca di fede, umile e semplice, tutto armonia e candore – il riflesso dell’amore di Dio sboccia e irradia ben oltre lo sconosciuto villaggio di Nazareth. È “un fiore cresciuto inosservato”. Una figliolanza dal “cuore puro” con il “profumo di santità”. La vita di Maria è continuo dono di sé. In quanto sposa, viene definita “serva del Signore”; ma qui il Papa ci tiene a precisare: “Serva” non nel senso di “asservita” e “umiliata”, ma di persona “fidata”, “stimata”, a cui il Signore affida i tesori più cari e le missioni più importanti.
Questo lo dice il Concilio: Dio ha scelto Maria, ha scelto una donna come compagna per il suo progetto di salvezza. Non c’è salvezza senza la donna perché anche la Chiesa è donna.
L’Immacolata allora non è un mito, una dottrina astratta o un ideale impossibile: è la proposta di un progetto bello e concreto, il modello pienamente realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo.