Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Puglia, l’intervento del Presidente Meloni

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AgenPress. Grazie al Presidente Michele Emiliano, grazie ovviamente a tutte le autorità, al Questore, al Prefetto, ai tanti sindaci che vedo presenti, grazie agli esponenti del Consiglio regionale, agli esponenti del Governo, ai parlamentari della Repubblica, grazie a tutti gli uffici che hanno lavorato alla realizzazione di questo Accordo, perché poi noi arriviamo, saliamo su un palco, rivendichiamo un lavoro che possiamo rivendicare perché ci sono tante persone che quotidianamente lavorano nel dettaglio a costruire queste proposte e quindi credo che un ringraziamento vada fatto anche a loro.

Voglio ringraziare il Ministro Raffaele Fitto, come ho fatto tante volte in questi… oggi è il ventunesimo accordo che noi firmiamo, il ventunesimo accordo di coesione, l’ultimo accordo di coesione che firmiamo in un giro che ci ha portato su tutto il territorio nazionale, un’iniziativa molto bella della quale vi parlerò.

Questo è l’ultimo Accordo di coesione ed è probabilmente l’ultima iniziativa pubblica che io faccio con il Ministro Raffaele Fitto come Ministro del Governo. Raffaele Fitto tra massimo due giorni dovrà rassegnare le sue dimissioni da Ministro della Repubblica per assumere un incarico – che ci deve rendere orgogliosi come italiani, tutti, – di Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, con un portafoglio estremamente importante, fatto di competenze strategiche soprattutto per territori come questi. Raffaele Fitto gestirà i Fondi di coesione, parliamo di un portafoglio di circa 400 miliardi di euro per questa programmazione, ma anche di una Commissione che dovrà programmare il futuro ciclo e quindi più o meno altrettante risorse. Parliamo insieme al Commissario Dombrovskis della delega al PNRR, portafoglio di ulteriori 600 miliardi di euro, complessivamente 1.000 miliardi di euro da gestire, e parliamo di una Vicepresidenza esecutiva che consente il coordinamento di materie ugualmente molto importanti per noi: l’agricoltura, la pesca, l’economia del mare, il turismo, i trasporti.

Allora io voglio dire a Raffaele Fitto che sono intanto orgogliosissima del lavoro che ha fatto come Ministro e sono soprattutto orgogliosa di quello che farà come Vicepresidente della Commissione europea, penso che particolarmente debba essere orgogliosa la Puglia, che oggi esprime il Vicepresidente esecutivo dell’Europa intera. E credo che, ho fatto questa premessa intanto perché era nel mio sentimento farla in questa giornata particolare, ma anche perché io credo che se oggi all’Italia vengono affidate queste materie a livello europeo sia anche grazie al lavoro che noi abbiamo cercato di fare in questi anni e quindi mi consentirete se faccio un mezzo passo indietro rispetto ai contenuti dell’Accordo di coesione che tra l’altro il Presidente Emiliano raccontava già molto bene, perché quello che noi firmiamo oggi si inserisce in una strategia molto più ampia che questo Governo ha portato avanti in questi due anni ed è una di quelle materie sulle quali lavori tantissimo, però nessuno ne parla.

Invece, secondo me, è molto importante cercare di raccontare in quale scenario si inserisce qualcosa che stai facendo. Noi oggi parliamo dell’Accordo di coesione. L’Accordo di coesione vuol dire Fondi di coesione nazionali. Quando io ho formato il Governo, ho deciso di affidare alla competenza dello stesso Ministro sia la materia dei Fondi di coesione nazionali, sia la materia dei Fondi europei, sia la materia del PNRR. Perché? Perché è accaduto spesso in passato che molte linee di finanziamento intanto non si parlassero tra di loro, che non riuscissero a costruire un’unica strategia e che quindi un po’ disperdessero la loro capacità di incidere sul territorio. Quindi intanto abbiamo voluto dare una regia unica a queste risorse e poi abbiamo passato al setaccio queste risorse, partendo proprio dal tema dei Fondi di coesione.

I Fondi di coesione, come voi sapete, sono i fondi principe per combattere le disparità tra i territori, ed in Italia di disparità ne abbiamo, di divari, no? Quello tra il Nord e il Sud, quello tra la costa tirrenica e la costa adriatica, quello tra le città e le aree interne, quello tra il continente e le isole. Noi siamo pieni di divari e chiaramente le risorse che servono a combattere quei divari sono risorse che noi non possiamo disperdere.

Quando abbiamo dato vita a questo lavoro, il Ministro Fitto ha incontrato tutti i Presidenti di Regione, abbiamo fatto uno screening di quella che era la precedente programmazione nell’utilizzo di questi Fondi. La precedente programmazione significa 2014-2020, cioè era la programmazione chiusa nel 2020 e abbiamo cominciato a parlare di come investire le risorse della nuova programmazione, quella che va dal 2020 in poi.

I dati che emergono dallo screening del precedente ciclo di programmazione erano dati che oggettivamente colpivano. Su 126 miliardi di euro disponibili erano stati spesi 42 miliardi, circa il 34%. Ora, io penso che siamo d’accordo sul fatto che l’Italia non si possa permettere che questo accada. Quindi noi abbiamo operato una riforma delle risorse della coesione nazionale, che non vanno confuse con quelle europee.

Abbiamo operato questa riforma, in questa riforma abbiamo introdotto gli Accordi di coesione. Gli Accordi di coesione sono appunto degli accordi tra il Governo nazionale e la Regione su come utilizzare queste risorse, cosa finanziare con queste risorse, quello che noi abbiamo previsto con questo Decreto è che le proposte ovviamente arrivano dalla Regione, ma chiediamo che vengano condivise dal Governo nazionale. E non lo facciamo perché vogliamo limitare l’autonomia dei territori, lo facciamo perché è importante che il lavoro che ciascuna Regione fa, collimi con il lavoro che fanno le altre, che ci sia una strategia complessiva, perché noi appunto una unica Nazione siamo. Abbiamo introdotto questi accordi e abbiamo previsto in questi accordi alcune innovazioni secondo me importanti.

La possibilità di de-finanziare quando quelle risorse non arrivano a terra, per prendere quelle risorse e utilizzarle su qualcosa che diventi operativo per i cittadini, perché non sono risorse nostre. La possibilità di utilizzare i poteri sostitutivi quando dovessero esserci inadempienze, lungaggini e quant’altro, e la possibilità di assegnare con l’Accordo di coesione anche la quota di cofinanziamento regionale, perché è accaduto anche che alcune di queste opere non si riuscissero a portare avanti nella misura in cui le regioni non avevano la possibilità di cofinanziarle, avevano delle difficoltà nel cofinanziamento. E quindi abbiamo contribuito a liberare i bilanci regionali per aiutare anche da questo punto di vista.

Questo lavoro si integra con il lavoro che abbiamo fatto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Ora, qui non ricorderò il pessimismo che accompagnava il nostro arrivo circa la possibilità di mandare avanti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, di spendere i fondi del PNRR. Ricordo quando si diceva che se noi avessimo provato a rinegoziare il PNRR avremmo ottenuto il risultato di perdere le risorse del PNRR.
Sono fiera oggi di annunciare che la Commissione europea due giorni fa ha dato l’ok al pagamento della sesta rata del PNRR, che noi rimaniamo così la Nazione d’Europa che è più avanti di tutte nella realizzazione del PNRR nonostante abbia anche il Piano in assoluto più corposo di tutti. E mentre facevamo questo lavoro abbiamo rinegoziato il PNRR, banalmente perché guerra in Ucraina, scenario internazionale, c’era una situazione complessa, si modificavano le priorità, abbiamo concentrato le risorse su quelle che erano le nuove priorità. Abbiamo liberato 21 miliardi di euro, di questi 21 miliardi ne abbiamo destinati 12 al sostegno al sistema produttivo, al sostegno alle nostre imprese, di cui oltre 6 su Transizione 5.0.

Ci siamo concentrati sulle infrastrutture, particolarmente su quelle energetiche, abbiamo messo ulteriori risorse sulla salute, abbiamo messo risorse sulle famiglie, sul diritto allo studio, su priorità che erano secondo noi evidenti e anche questo pezzo di lavoro, poi ne parlerò anche per quello che riguarda la Puglia, si inserisce in questo ragionamento.

Dopodiché il terzo tassello di questo lavoro riguarda invece le politiche di coesione legate ai fondi europei, cioè la materia propria che sarà del portafoglio del Ministro Fitto. Anche qui noi abbiamo a maggio scorso licenziato un Decreto con il quale abbiamo investito complessivamente 74 miliardi di euro, dei quali 42 di fondi UE. Chiaramente sono risorse che vanno soprattutto al Sud e abbiamo, anche qui, cercato di fare alcune scelte importanti, se vogliamo coraggiose.

La prima di quelle scelte è relativa alle infrastrutture. Abbiamo previsto con questa iniziativa, non solo l’istituzione del fondo perequativo e infrastrutturale, ma abbiamo previsto con questa riforma l’obbligo di destinare almeno il 40% dei fondi infrastrutturali alle Regioni del Mezzogiorno. Questo è un ragionamento che abbiamo fatto spesso. Noi eravamo abituati a una quota più bassa perché i fondi infrastrutturali sono legati alla popolazione. Nel Sud vive il 34/36% della popolazione, e quindi il 34% della spesa infrastrutturale va al Sud, ma io ho sempre contestato questo meccanismo di calcolo.

Nel Sud vive il 34% della popolazione italiana anche perché c’è un problema di spopolamento. Il problema di spopolamento c’è in queste Regioni spesso anche perché non ci sono opportunità. L’assenza di opportunità è spesso collegata all’assenza di infrastrutture. Se io continuo a legare la spesa infrastrutturale alla popolazione che abita mi avviluppo sempre di più. E quindi abbiamo modificato questo parametro, abbiamo previsto che la quota dovesse essere più alta. Dopodiché abbiamo messo quasi 3 miliardi di euro in più sul lavoro, altra priorità sulla quale lavoriamo, soprattutto nel Mezzogiorno.

La principale misura qui è l’esonero contributivo del 100% per due anni, per chi in queste Regioni assume under 35, che non hanno mai avuto contratti a tempo indeterminato, donne over 35 disoccupati da almeno due anni, a una condizione: che devono essere assunti a tempo indeterminato. E quindi cerchiamo di creare occupazione, ma cerchiamo anche di creare occupazione di qualità.

Gli incentivi in questo caso non valgono solo per il lavoro dipendente, valgono anche per chi decide di far nascere una nuova attività. Abbiamo rafforzato la misura Resto al Sud, prevediamo un contributo fino a 200 mila euro per chi avvia una nuova attività e questo è un altro pezzo importante di questo lavoro.

Uno ulteriore è la ZES Unica del Mezzogiorno, che pure mi piace ricordare. Voi sapete che noi avevamo alcune ZES, Zone Economiche Speciali, soprattutto nelle aree retroportuali, non tutte hanno funzionato come avrebbero dovuto, noi abbiamo deciso di avviare una interlocuzione molto complessa con la Commissione europea, che però alla fine ha accettato di consentire che tutte le Regioni del Mezzogiorno fossero un’unica Zona Economica Speciale.

Che cosa significa? Significa che chi investe qui ha bisogno di un’autorizzazione unica e ha dei crediti d’imposta per quegli investimenti. Cioè significa creare degli incentivi che ti consentono di combattere un divario, di riallineare le opportunità, la considero una misura estremamente importante. Abbiamo già finanziato con, come si sa, 2 miliardi di euro il credito d’imposta per gli investimenti nella ZES Unica del Mezzogiorno.
Mi piacerebbe dire, ma lo faccio molto velocemente, che un altro tassello di questa strategia, secondo me, è il tema del mare. Voi sapete che questo è il primo Governo in Italia che ha istituito un Ministero del Mare. Penso che in Puglia sia una di quelle materie sulle quali si capisce il senso.

Il Mediterraneo è un mare che sta tornando centrale e oggi lo snodo dell’interscambio tra i due principali ambiti commerciali marittimi del mondo, e cioè l’Indo-Pacifico da una parte e l’Oceano Atlantico dall’altra. Il Mediterraneo è centrale e l’Italia è centrale nel Mediterraneo. Significa che il mare è una delle nostre più straordinarie infrastrutture e una delle nostre più straordinarie opportunità.

Forse non l’abbiamo utilizzato abbastanza come strategia nazionale in passato, stiamo cercando di farlo e stiamo cercando di farlo mettendo insieme tutti quanti gli attori che sono importanti da questo punto di vista. Questa è un pò la strategia che accompagna anche la stipula di questo Accordo di coesione ed è una strategia che complessivamente, come ricordava il Presidente Emiliano, sta dando i suoi frutti, perché quello che noi abbiamo visto accadere, per esempio nel 2023 rispetto al Mezzogiorno d’Italia deve farci ben sperare.

Un PIL che cresce dell’1% in più nelle regioni del Mezzogiorno rispetto a quanto sia la media nazionale, una occupazione che cresce nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia più di quanto cresca a livello di media nazionale, le aziende del Sud sono state fondamentali nel rilanciare l’export italiano, l’Italia diviene quest’anno per la prima volta quarta Nazione esportatrice al mondo, crescono le società di capitali, crescono le piccole e medie imprese e c’è complessivamente una situazione per la quale si può dire che il Sud è stato la locomotiva d’Italia. Il Sud è stato la locomotiva d’Italia.

E allora, chiaramente non dico che va tutto bene, so che non va tutto bene, però significa che le cose possono cambiare, significa che se noi ci prendiamo per mano, ci crediamo, investiamo su questo orgoglio, su questa capacità, le cose possono cambiare. E allora bisogna insieme crederci e continuare a lavorare, continuare a lavorare su scelte strategiche e continuare a lavorare sugli investimenti.

Noi dicevamo, arriviamo oggi alla firma di questo ultimo Accordo e con questo lavoro noi abbiamo messo complessivamente a disposizione delle regioni e delle province autonome, quasi 30 miliardi di euro che diventano 45 se si considerano i cofinanziamenti dei comuni, delle regioni e anche dei privati. Significa che questo Governo, che in due anni ha fatto tre Leggi finanziarie, in realtà ne ha fatte quattro. L’ultima Legge finanziaria, quella per il 2025 del nostro Governo, vale 30 miliardi. Qui parliamo di una complessiva mobilitazione di risorse per 45 miliardi di euro concentrata sugli investimenti. E secondo me è la più importante di tutte. Tra le Leggi finanziarie fatte in questi due anni, questa è la più importante di tutte, è la più strategica di tutte.

Per la Puglia mettiamo a disposizione, come ricordava il Presidente Emiliano, con questo Accordo di coesione risorse del Fondo di sviluppo e coesione per 4,6 miliardi, calcolando ovviamente le anticipazioni di 230 milioni che erano state date nel 2021. Se aggiungiamo anche qui la quota di cofinanziamento dei comuni, della Regione, gli altri Fondi europei e nazionali per i progetti che sono previsti anche all’interno di questo Accordo, questo Accordo mobilita complessivamente 6,5 miliardi di euro di investimenti per la Regione Puglia e sono risorse importanti che servono a finanziare, come veniva ricordato, molti progetti, quasi 470 progetti strategici per la Puglia, che sono concentrati su alcune grandi direttrici. Venivano ricordate dal Presidente Emiliano e ci torno molto velocemente.

L’acqua, che in una delle principali regioni agricole italiane è un’altra risorsa assolutamente fondamentale. Un miliardo e cento milioni di euro è destinato agli interventi per rinnovare gli acquedotti, le infrastrutture per l’approvvigionamento idrico, la distribuzione dell’acqua.

Tra le opere più rilevanti voglio ricordare la realizzazione di un impianto di dissalazione delle acque salmastre alle sorgenti del Tara, importanti interventi di potenziamento degli impianti di depurazione, importanti interventi per la realizzazione della rete pluviale urbana in comuni di tutto il territorio regionale; bonifiche.

A latere di questo voglio dire che abbiamo anche lavorato, come pure veniva ricordato, per salvare l’acquedotto pugliese, mettiamola così, e voglio dirlo anche perché anche questo fa un po’ chiarezza rispetto a alcune polemiche che ho sentito fare delle volte nei confronti del Governo, che francamente mi sembrano abbastanza ingenerose. Abbiamo fatto il nostro lavoro per quella che consideriamo una infrastruttura straordinaria di questa Regione, come facciamo sempre.

La seconda direttrice riguarda gli interventi a sostegno del sistema produttivo, la competitività delle imprese, l’innovazione. Questo capitolo vale 1,2 miliardi di euro. Tra gli interventi più importanti, veniva ricordato, lo Spazioporto di Taranto-Grottaglie, la prima infrastruttura nazionale dedicata ai voli orbitali e sub-orbitali, cioè alle missioni spaziali – praticamente Michele Emiliano come Elon Musk – ma la Puglia diventa centrale in quella che è una delle grandi sfide dei domini geopolitici del futuro. Spazio, fondali marini, sono due dei grandi domini dello spazio geopolitico del futuro e quindi la Puglia chiaramente si candida a essere una regione all’avanguardia da questo punto di vista.

Ci occupiamo di ammodernare le aree industriali delle province pugliesi, c’è il sostegno al dinamismo imprenditoriale con l’attivazione di specifiche linee di investimento, anche qui voglio dirlo a dimostrazione rispetto a quello che a volte ho letto, o sentito dire, che non c’è alcuna intenzione da parte del Governo di “affamare” le aziende pugliesi, tutt’altro, quello che stiamo cercando di fare è di risolvere i problemi – che non avevamo creato – sempre per dare una mano al sistema produttivo pugliese.

C’è poi la direttrice dei trasporti e della rete stradale,  uno stanziamento complessivo superiore a un miliardo e 200 milioni, 800 milioni destinati a migliorare la qualità e la capillarità della rete stradale, con opere molto importanti per il territorio. C’è il trasporto ferroviario, marittimo, aereo. C’è una direttrice che è la salute, altra priorità sulla quale questo Governo sta cercando di lavorare a 360 gradi: 900 milioni dedicati a infrastrutture, attrezzature, servizi sanitari e sociali, tra cui i lavori di adeguamento e ammodernamento dei presidi ospedalieri, la costruzione di strutture sanitarie e, in ultimo, non si può dimenticare in Puglia la valorizzazione dello straordinario tessuto culturale di questo territorio, del patrimonio incredibile che possiede, penso su tutti agli interventi previsti per i siti di particolare rilevanza storica-artistica, come ad esempio l’Anfiteatro Romano di Lecce.

E quindi, questo è, a grandi linee, – non sono entrata nei dettagli perché il Presidente l’aveva già fatto – il lavoro dell’Accordo che firmiamo oggi, si integra, dicevo, con gli interventi previsti da altre forme di finanziamento. Su questa regione gli interventi finanziati con il PNRR cubano complessivamente circa 6,4 miliardi di euro per circa 15.000 progetti. ZES Unica in Puglia: da gennaio a novembre sono state rilasciate 68 autorizzazioni per investimenti complessivi che arrivano quasi a 500 milioni di euro.

E quindi c’è molto lavoro che si sta facendo e io lo considero estremamente prezioso, perché questi sono i tasselli di una strategia che il Governo cerca di mettere in campo, ricalca quello che diceva il Presidente Emiliano, perché se io dovessi sintetizzare la strategia che ho in mente, quella sintesi sarebbe scommettere sul valore e sull’orgoglio della gente del Sud. Cioè, io non ho mai pensato che la sfida per questi territori dovesse essere l’assistenzialismo come unica risposta, perché magari non c’erano risposte da dare.

Io credo che la grande sfida sia mettere questi territori nella condizione di competere ad armi pari, per poter davvero dimostrare il loro valore, ed è quello che noi stiamo cercando, è quello che cerchiamo di fare con risultati che infatti arrivano, che vuol dire che se si investe sull’orgoglio, che se si investe sulla dinamicità, che se si investe sull’estro, sulla creatività, sulla determinazione, sulla voglia di fare, si possono fare cose grandissime. Allora, prima di concludere voglio dire un’ultima cosa. Voglio dirvi che sono fiera di aver portato in Puglia i grandi della Terra e che ancora adesso, quando incontro i miei colleghi, mi fanno i complimenti per quello che hanno visto qui in Puglia.

E questo non è merito mio, ma è stato merito dei pugliesi, della gente della Puglia, del loro attaccamento alla tradizione che è anche innovazione, della loro capacità di accoglienza, del loro orgoglio, della capacità di amare il bello e il buono. Quindi grazie alla Puglia perché ha fatto fare una bellissima figura all’Italia.

Grazie. Ah, scusate, e non è un caso che l’ultima ministeriale del G7, – sta per concludersi la Presidenza italiana, sono stata tanto contenta di questo anno, ma passiamo adesso questa responsabilità ai nostri colleghi canadesi – che è quella sulla salute, torni a svolgersi in Puglia. Voglio salutare e ringraziare tutti coloro che a Bari oggi ci stanno lavorando perché ci siamo un po’ sovrapposti, il Sottosegretario Gemmato, il Ministro Schillaci eccetera…

La Puglia è stata l’assoluta protagonista di un anno nel quale l’Italia è stata protagonista.

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