Maria Grazia Santini al Convegno Internazionale di Aviation Security: una prospettiva italiana sulla sicurezza nei cieli

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Al Convegno Internazionale di Aviation Security (AVSEC), svoltosi a Bangkok, l’Italia era presente con Maria Grazia Santini, già Dirigente Superiore della Polizia di Stato e aderente alla Fondazione Insigniti OMRI, nella veste anche di Istruttore Certificato ENAC. La sua presenza ha sottolineato l’impegno nel contribuire attivamente al dibattito internazionale e nel promuovere standard avanzati di sicurezza aerea, in linea con le migliori pratiche globali


AgenPress. Il Convegno Internazionale di Aviation Security (AVSEC), svoltosi a Bangkok, ha rappresentato un’importante occasione di confronto globale sui temi della sicurezza aerea, riunendo esperti e rappresentanti istituzionali da tutto il mondo per affrontare le sfide emergenti nel settore. Tra gli argomenti più rilevanti trattati durante i lavori, si sono distinti quelli relativi agli unruly and disruptive passengers, alla behavioural analysis, al contrasto della disinformazione e agli atti di interferenza illecita contro l’aviazione civile.

Uno dei temi centrali del convegno è stato l’impatto delle nuove forme di minaccia caratterizzate da strumenti di cyber warfare, hybrid warfare e cognitive warfare. È stata evidenziata la necessità di adattarsi a un contesto sempre più complesso e congestionato, dove le contrapposizioni non avvengono più esclusivamente a terra, ma in uno spazio aereo sovraffollato e carente di regole adeguate. Il costruttivo confronto tra soggetti pubblici e privati ha permesso di analizzare l’evoluzione delle minacce, al fine di ricercare soluzioni innovative per prevenire scenari sempre più critici e garantire cieli sicuri per i cittadini.

Il convegno ha inoltre messo in luce un importante cambiamento di paradigma: dopo anni di implementazione tecnologica mirata all’intercettazione di minacce tramite dispositivi sofisticati come scanner tomografici, intelligenza artificiale per l’analisi dei bagagli ed esplosivi, gli eventi tragici occorsi in vari aeroporti internazionali hanno reso evidente l’insufficienza di una dipendenza esclusiva dalla tecnologia. Si è dunque ribadita l’importanza del human factor nella security aviation, evidenziando come operatori altamente formati siano essenziali per garantire un’efficace prevenzione degli atti illeciti.

Tra i casi discussi, si sono analizzati eventi drammatici come il complotto terroristico con esplosivi liquidi nel Regno Unito (2006), l’attacco kamikaze a Mosca (2010), l’attentato a Bruxelles (2016) e altri incidenti simili, che hanno sottolineato l’urgenza di integrare le competenze umane con le tecnologie avanzate. Particolare enfasi è stata posta sull’applicazione delle scienze comportamentali, già raccomandate dai documenti ICAO (Annex 17) ed ECAC (Doc. 30), che rappresentano uno strumento imprescindibile per l’analisi dei comportamenti e la prevenzione di atti criminali.

Il tema della disinformazione (information warfare) ha ricevuto un’attenzione particolare, considerando il suo impatto diretto sulla percezione e sull’efficacia della sicurezza aerea. L’ICAO ha reso obbligatoria la formazione sulla cybersecurity per gli operatori aeroportuali, ma è emersa la necessità di ampliare tali programmi formativi con approcci mirati e condivisi.

Infine, il convegno ha ribadito l’importanza della cooperazione tra istituzioni nazionali e internazionali e il ruolo fondamentale di ciascun attore, pubblico e privato, nel contribuire con le proprie competenze a una missione comune: la tutela della sicurezza pubblica e la protezione di tutti i cittadini, in qualità di viaggiatori e fruitori di un sistema globale di trasporto aereo.

L’esperienza di Bangkok ha confermato l’urgenza di adottare approcci integrati, capaci di coniugare innovazione tecnologica, formazione continua e condivisione di conoscenze, per garantire cieli sempre più sicuri in un mondo in costante evoluzione.

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