Bassetti: “La virologa Halassy ha trattato con successo il proprio cancro al seno iniettando nel tumore un virus su cui stava lavorando in laboratorio”
AgenPress. La virologa Beata Halassy ha trattato con successo il proprio cancro al seno iniettando nel tumore un virus su cui stava lavorando in laboratorio. Si tratta di un caso di auto-sperimentazione che ha sollevato forti dubbi dal punto di vista etico.
Halassy ha utilizzato due virus in successione: prima un virus del morbillo, poi un virus della stomatite vescicolare (VSV), patogeni in grado di infettare il tipo di cellula da cui è nato il suo tumore e già utilizzati in studi sulla viroterapia oncolitica. Halassy ha portato avanti la terapia per due mesi sotto il monitoraggio di un team di oncologi. Durante il trattamento il tumore si è ridotto di dimensioni facilitandone la rimozione chirurgica. Il tutto, in assenza di significativi effetti collaterali.
La vicenda ha aperto un importante dibattito. Storicamente ci sono stati medici e scienziati che hanno praticato l’autosperimentazione come Evan O’Neill Kane, che si estrae da solo un’appendice per dimostrare la praticità dell’anestesia locale, e Gianni Pauletta, morto di shock anafilattico a 34 anni dopo aver testato su di sé un antibiotico.
L’autoesperimento è oggi il trionfo dell’anedottica ovvero l’esatto contrario della medicina dell’evidenza. Per decenni l’autoesperimento è stato giustificato con l’imperativo di “non fare mai agli altri quello che non faresti a te”. Ma era quasi sempre una scusa. La verità è che molti autoesperimenti sono stati fatti per comodità.
Più recentemente c’è stata una rivoluzione in medicina. Si è cominciato a fare statistica, ad applicare metodi, sono arrivati i dati e i computer ma soprattutto è cambiata la mentalità, che è oggi più etica e meno spregiudicata.
E’ anche per questo che credo l’epoca degli auto-esperimenti dovrebbe già essere finita.
E’ quanto dichiara, in un post su Fb, il virologo Matteo Bassetti.