AgenPress. Continuano ad aumentare le immatricolazioni a Roma Tre: più di 8500 nuove iscrizioni. L’anno accademico 2024-2025 potrà contare sul +4,7% di nuove matricole, rispetto all’anno precedente. È un trend positivo – e controtendenza rispetto al dato nazionale – che si registra da cinque anni. Proprio lo scorso anno secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti del MUR, tra le università laziali Roma Tre ha registrato il maggiore incremento di immatricolazioni dopo il Covid: +36% se si mette a confronto l’anno accademico pre-pandemia 2019-20 e il 2023-24.
Le performance migliori riguardano le immatricolazioni nei dipartimenti di Scienze (+38,5%), e Ingegneria industriale Elettronica e Meccanica (+32,5%). Tra i corsi di laurea preferiti dai nuovi studenti di Roma Tre si segnalano Scienze politiche (+44,6%), Ingegneria Informatica e dell’Intelligenza Artificiale (+34,3%). Anche la “nuova” Farmacia (corso di laurea inaugurato lo scorso anno) registra un forte aumento (+23,4%). Anche il dipartimento di Matematica segna un sensibile incremento delle immatricolazioni (+19%).
Si tratta di dati che confermano l’attrattività della proposta didattica e l’autorevolezza della ricerca scientifica sviluppata nella più giovane università di Roma (cha ha compiuto da poco i suoi primi trent’anni di vita).
“Lo straordinario successo delle immatricolazioni all’Università Roma Tre è il risultato di un impegno costante per l’eccellenza accademica – ha dichiarato il Rettore, prof. Massimiliano Fiorucci. La qualità della didattica e della ricerca, la costruzione di collaborazioni e partenariati nazionali e internazionali, la predisposizione di un ambiente inclusivo, accogliente e innovativo e una forte attenzione alle esigenze degli studenti sono alla base di questo successo che conferma quello già ottenuto negli anni precedenti. Questo traguardo è motivo di orgoglio per l’intera comunità accademica, rappresenta un segnale positivo per il futuro e ci impegna a fare sempre meglio. Con una visione chiara e ambiziosa, Roma Tre è pronta a continuare a crescere e a formare le nuove generazioni di cittadini consapevoli, di innovatori e di professionisti della società di oggi e di domani”.
Una vitalità nelle immatricolazioni che va controtendenza rispetto al dato nazionale, che registra non da oggi un calo di nuove iscrizioni e che in prospettiva è destinato a scontare gli effetti dell’inverno demografico che riguarda tutto il Paese.
Il sistema universitario italiano è chiamato a fronteggiare il calo demografico e i suoi impatti sulla formazione e il lavoro dei giovani. A sostenerlo è il recente report Mediobanca dedicato alle università italiane, alla competizione territoriale e alla sfida del calo della natalità. La previsione principale è che nel 2041 il minore introito da rette di frequenza per la riduzione degli iscritti sarà parà a 500 milioni di euro. Parliamo di 415 mila studenti in meno nei prossimi vent’anni, -21,2%.