AgenPress – “A nostro avviso la strutturazione di questo tipo di contributo è positiva per le banche, perché non va a impattare il conto economico, come previsto l’anno scorso”.
Lo ha detto gli analisti finanziari di Intermonte i quali ritengono “sopportabile” per il settore del credito il contributo di 3,5 miliardi di euro chiesto dal governo con la manovra, principalmente attraverso lo stop temporaneo alla deducibilità della attività fiscali differite (Dta) per il biennio 2025-2026 e per la restante parte con lo stop alla deduzione delle stock option.
“Non c’è quindi rischio di riduzione o intaccamento delle remunerazioni, siccome il tema è semplicemente di cassa e non a livello di utile”, spiegano gli analisti, che sottolineano come lo stop alla dedizione delle Dta “sarà recuperato tra il 2027 e il 2029”.
Della stessa opinione gli analisti di Mediobanca secondo cui “la misura conferma che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti delle banche, proprio mentre i tassi di interesse iniziano a scendere, ma piuttosto una misura di liquidità, in linea con la proposta iniziale dell’Abi, che riteniamo sostenibile per il settore”.