AgenPress – Per poter portare in dote alla manovra risorse fresche i ministeri dovranno tagliare le spese del 5%. Dovrebbero ‘salvarsi’, invece dalla dieta dimagrante gli enti locali e i Comuni. Questo capitolo dovrebbe fruttare almeno 3 miliardi, con i ministeri che dovranno comunicare dove intendono risparmiare. Tagli che dovrebbero comunque essere gestibili in modo flessibile dai singoli dicasteri
La manovra 2025 andrà ad aumentare i fondi per la Sanità, prevedendo una crescita della spesa oltre il limite dell’1,5% previsto per l’aggregato della spesa netta. Il dicastero della Sanità sarà l’unico non coinvolto nella spending review che prevede tagli nell’ordine del 5% per ogni ministero. La spesa per la Sanità dovrebbe invece aumentare. Si ragiona infatti su un incremento delle risorse per oltre 3 miliardi anziché i 2 miliardi precedentemente ipotizzati. Il Fondo sanitario nazionale 2025 salirebbe così a 138 miliardi di euro. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha indicato l’obiettivo, a tendere, di dedicare una quota di almeno il 7% del Pil alla spesa sanitaria.
Non è ancora chiaro il dettaglio della spesa: per il ministro Schillaci la priorità sono le assunzioni di 10mila medici e 20mila infermieri. Ma gli operatori del settore reclamano anche gli sgravi sull’indennità di specialità, una flat tax al 15% che consentirebbe di aumentare le buste paga di poco più di 200 euro per coloro che hanno minore anzianità. Non è detto che la detassazione avvenga in una sola tranche, parte del taglio potrebbe essere rinviato anche al 2026.
Nel menù della manovra è compreso anche il rinnovo dei contratti pubblici del periodo 2025-2027 per tenere conto dell’andamento dell’inflazione.