La Russia accusa giornalisti australiani e rumeni per essere entrati a Kursk. Proteste contro il giornalista italiano Davide Maria De Luca

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AgenPress – Il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha sporto denuncia contro due giornalisti australiani e un giornalista rumeno per aver attraversato illegalmente il confine nella regione sudoccidentale di Kursk.

Le autorità russe hanno finora incriminato 12 giornalisti stranieri per il loro lavoro nella regione di Kursk, in seguito a un’incursione a sorpresa delle forze ucraine il 6 agosto. I giornalisti e i loro datori di lavoro insistono sul fatto che le loro attività non hanno violato il diritto internazionale.

Le ultime accuse sono rivolte ai corrispondenti dell’Australian Broadcasting Corporation Kathryn Diss e Fletcher Yeung, che hanno fatto rapporto all’inizio di questo mese da Sudzha, una città ucraina nella regione di Kursk. Nonostante siano stati identificati come cittadini statunitensi dall’FSB, sia Diss che Yeung sono cittadini australiani, secondo l’agenzia di stampa statale TASS.

Anche il giornalista rumeno Mircea Barba, inviato speciale del sito web HotNews, è stato accusato dopo essere stato criticato dai blogger militari russi favorevoli alla guerra per aver scritto un reportage dalla regione di Kursk a fine agosto.

In totale, dal 17 agosto sono state aperte indagini contro “12 giornalisti stranieri” per accuse di questo tipo, ha dichiarato l’FSB.

I giornalisti devono rispondere delle accuse di “aver attraversato illegalmente il confine di Stato della Russia”, che potrebbero comportare fino a cinque anni di carcere se condannati.

Kiev sostiene di aver catturato decine di città e villaggi nella regione di Kursk, tra cui Sudzha, mentre Mosca afferma che le sue forze hanno gradualmente ripreso il controllo del territorio durante le operazioni di controffensiva.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha protestato per l’ingresso nella regione di Kursk di un altro giornalista italiano proveniente dall’Ucraina, Davide Maria De Luca, che lavora per diverse testate tra cui Il Domani. “Attenzione diplomatici italiani! Forse questa volta vedranno la notizia immediatamente, e non tra un mese”, afferma la portavoce sul suo canale Telegram, riferendosi ai precedenti episodi che hanno visto coinvolti reporter italiani e direttamente ad un post dello stesso De Luca. E’ stato lo stesso De Luca, sul suo profilo X, a rendere noto di essere entrato nella regione di Kursk a bordo di un blindato delle forze armate ucraine, aggiungendo che i militari di Kiev lo avrebbero accompagnato “costantemente”, ma lasciandogli la possibilità di parlare con i civili russi. De Luca ha pubblicato diversi altri post facendo una cronaca della sua missione.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, mi ha citato nel suo canale Telegram, suggerendo la possibilità che io possa finire nella lista dei ricercati dal governo russo per aver visitato la regione di Kursk, come già capitato alla collega

“Finire nella lista dei ricercati era una possibilità che mettono in conto tutti i giornalisti che attraversano il confine. Ma, nel mio piccolo, non mi aspettavo una menzione su un palcoscenico così prestigiosa. Da giornalista preferisco essere testimone delle storie piuttosto che diventarne protagonista. Per il momento, il mio unico commento è che una delle principali tutele per i civili che si trovano in territori occupati e zone di conflitto è la presenza di osservatori, operatori umanitari e giornalisti. Sappiamo che la loro presenza non è una garanzia del corretto comportamento degli eserciti, ma in alcune circostanze può essere un potente incentivo. Per questo ritengo che i giornalisti debbano essere liberi di muoversi per fare il loro mestiere in qualsiasi zona di guerra e credo che sia sbagliato perseguirli con accuse speciose, come l’ingresso illegale, soprattutto nel mezzo di un gigantesco conflitto che coinvolge milioni di persone. Credo che impedire ai giornalisti di accedere a un’area di conflitto sia un errore, che a farlo sia il governo russo, quello ucraino, israliano, americano o qualsiasi altro”.

 

 

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