G7 Cultura. Rafforzare la resilienza del patrimonio culturale di fronte ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali

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AgenPress – I ministri della cultura si sono detti “preoccupati per l’aumento senza precedenti della frequenza e della portata degli eventi climatici estremi, dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali, che danneggiano il patrimonio culturale materiale e immateriale, le organizzazioni culturali, i paesaggi, i parchi e i giardini storici.
Sottolineando che tali impatti possono avere conseguenze di vasta portata, minando il
patrimonio culturale, i settori culturali e creativi e le infrastrutture culturali e privando nazioni, persone e comunità di preziose fonti di resilienza, significato, identità, conoscenza, mezzi di sussistenza e benefici economici”.

E’ quanto si legge nella dichiarazione finale dei ministri del G7 Cultura. “Ricordando il quadro di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030 che
comprende la protezione del patrimonio culturale e la promozione della “resilienza culturale” di persone, comunità e paesi e invita a comprendere meglio gli impatti dei disastri sul patrimonio culturale e a promuovere la protezione delle istituzioni culturali.”.

“Ricordando la Raccomandazione dell’UNESCO sul paesaggio urbano storico (2011), il
Documento programmatico dell’UNESCO 2023 sull’azione per il clima per il patrimonio
mondiale e i risultati dell’Incontro internazionale su cultura, patrimonio e cambiamenti climatici co-sponsorizzato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), UNESCO e Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti (ICOMOS) (2021).
Riconoscendo l’importanza delle aree protette, dei paesaggi e delle soluzioni basate sulla
cultura, basate sulle conoscenze dei popoli indigeni e sui sistemi di conoscenza tradizionali e locali, sul patrimonio culturale materiale e immateriale e sulle arti e artigianato, per promuovere l’economia circolare, adattarsi e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e delle risorse naturali catastrofi e migliorare l’efficienza energetica, nel rispetto dei valori culturali dell’ambiente storico e del paesaggio”.

“Riconoscendo i diversi sistemi di indigeni e di conoscenza come fonte per conoscere e
comprendere il nostro ambiente e il cambiamento climatico, fornendo informazioni vitali per
aumentare la resilienza, ridurre il rischio di catastrofi e per l’adattamento climatico, e
comprendendo l’importanza di coinvolgere i detentori della conoscenza indigena nel processo decisionale che li riguarda.
Evidenziando che la cultura può aumentare la consapevolezza e attivare sinergie a tutti i livelli della società per affrontare la complessità e l’urgenza del cambiamento climatico. Le istituzioni culturali, inclusi musei, biblioteche, nonché organizzazioni artistiche e culturali, possono ispirare ed educare il pubblico verso modi di vivere e lavorare più rispettosi dell’ambiente e rendere eventi culturali, mostre e festival più sostenibili”.

“Riconoscendo l’urgente necessità e il valore di condividere esperienze e cooperare
sull’integrazione della sostenibilità ambientale e delle questioni climatiche nella politica e nella pratica culturale e delle questioni culturali nella definizione delle politiche climatiche, per sviluppare strategie e azioni efficaci per mitigare i danni prodotti dai cambiamenti climatici e dai disastri naturali sulle risorse culturali, impedendone la perdita irreversibile.
Sottolineando l’importanza della ricerca e dello sviluppo tecnologico per la prevenzione, la
proiezione dei futuri impatti climatici e il monitoraggio dei rischi e dei danni ai beni, ai siti e ai paesaggi del patrimonio culturale, informando la pianificazione e il processo decisionale.
Riconoscendo i progressi compiuti in occasione della 28° edizione del 2023 della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP28) nell’integrazione della cultura nelle discussioni globali sul clima, con l’inclusione della protezione del patrimonio culturale nel quadro degli Emirati Arabi Uniti per la resilienza climatica globale, ribadito come parte del bilancio globale e con la creazione del Gruppo di amici dell’azione per il clima basata sulla cultura”.

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