AgenPress. Io ero un’impresentabile esponente dell’estrema destra, l’amministrazione americana è guidata da un democratico e dall’inizio del mio Governo le esportazioni italiane negli Stati Uniti sono aumentate di 7 miliardi. Perché le grandi Nazioni non modificano i loro sistemi di alleanza.
Quindi, intanto, tranquillizzo sul ruolo dell’Italia, sui rapporti tra Italia e Stati Uniti, comunque vada. E secondo me bisogna anche stare tranquilli sul rapporto tra Stati Uniti e Europa, nel senso che sì, nella storia degli Stati Uniti è abbastanza ricorrente un dibattito su una tendenza isolazionista per una Nazione che ha quelle dimensioni geografiche, quella forza economica, è anche normale che ci si chieda se non sia più utile disinteressarsi di quello che accade fuori dai propri confini nazionali, però attenzione anche a quelli che oggi sono gli equilibri globali.
Nel 1990 l’Unione europea con 12 Stati membri valeva il 26,5% del prodotto interno lordo globale. Oggi l’Unione europea con 27 Stati membri vale il 16,1% del prodotto interno lordo globale. Nel 1990 il prodotto interno lordo della Cina era 1,8% del prodotto interno lordo globale, oggi è il 18%.
Gli Stati Uniti sono oggi al 26%, attenzione, perché è vero che gli Stati Uniti sono forti, ma è vero anche che in un sistema di alleanze si riesce a essere molto più forti, no? E forse l’errore vero che noi non dobbiamo fare è quello di considerare che quando ci occupiamo di noi stessi ci stiamo anche occupando del grosso di quello che accade nel mondo.
Valeva così nel 1990 perché eravamo il grosso della forza mondiale, oggi non è più così. Oggi quando decidi di muovere, lo devi fare tenendo conto di quello che è il contesto. Quindi io non penso che alla fine questo accadrà ma chiaramente l’Europa non può non tenere in considerazione anche questa ipotesi.