Strage Bologna. Mollicone (Fdl): “le sentenze? Teorema per colpire la destra. La storia di Bellini non c’entra con la nostra”

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AgenPress – In un’intervista esplosiva rilasciata a La Stampa Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera di Fratelli d’Italia, è tornato sulle sentenze che hanno decretato la matrice fascista delle stragi: “La presidente del Consiglio ha detto una cosa ovvia: le sentenze hanno rilevato la matrice neofascista”.

Quindi quelle decisioni vanno “certamente” rispettate “ma bisogna capire se le sentenze hanno rispettato le garanzie processuali. Qualsiasi tecnico superpartes lo confermerebbe. Si cerca di creare un teorema come è accaduto a Berlusconi per decenni facendolo diventare addirittura il referente della mafia”.

“Non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia”, “era chiaro dall’inizio del processo a Bellini, criminale conclamato e collaboratore dei servizi e del procuratore Sisti, e che mai ha avuto a che vedere con noi, che l’obiettivo di parte della magistratura fosse quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e perfino il Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana”.

“Noi – sottolinea – siamo quella destra che, non oggi, ma negli anni Settanta, ruppe con chi scelse il terrorismo. La storia di Bellini non c’entra con la nostra, e nemmeno mi interessa il suo curriculum giudiziario. Ma non posso non vedere l’operazione che i giudici hanno portato avanti e che lo ha reso la vittima di un teorema”. Mollicone dice di avere prove per dimostrare ciò che dice. L’obiettivo, sottolinea, è “trovare la verità storica per tutti gli italiani. Chiederemo a Nordio, con un’interrogazione parlamentare, di verificare ciò che sto denunciando”.

Rispetto alle dichiarazioni della segretaria Pd, aggiunge: “Schlein non ha cultura politica né conosce la storia politica nazionale, essendo cresciuta per lo più all’estero”. Insomma – sottolinea Mollicone – “non possiamo accettare come dogmi sentenze che non stanno rispettando le garanzie di un giusto processo. È ora di farla finita con questa ipocrisia”.

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