AgenPress – In vista dei ballottaggi del 7 luglio si è concluso alle 18 di martedì, scadenza che era stata fissata per presentare le candidature del secondo turno. Il risultato è che nella maggior parte delle circoscrizioni i candidati del Rassemblement National affronteranno un solo sfidante, dunque un argine unico contro l’onda RN. Obiettivo comune dichiarato: impedire al partito di Le Pen di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento. Mentre al contrario RN continua a spingere proprio per ottenerla e formare un governo che abbia mano libera.
Secondo i conteggi di Le Monde, sono 218 i candidati che hanno deciso di ritirarsi e non correre in ‘triangolari’ al secondo turno, principalmente in funzione anti-Rassemblement National. Al quotidiano risulta che di queste 218 ‘desistenze’ – così vengono chiamati in gergo i ritiri delle candidature per evitare che si disperdano voti – 130 sono state da parte della gauche e 82 dal campo presidenziale di Ensemble, mentre si sono ritirati anche 2 candidati conservatori dei Repubblicani (LR) e 3 candidati di RN, tra cui Ludivine Daoudi.
Nel sistema elettorale francese, l’accesso al ballottaggio è consentito a tutti i candidati che al primo turno abbiano superato il 12,5% dei voti. Le “desistenze”, ovvero il ritiro dei candidati giunti dalla terza posizione in poi, puntano a favorire la vittoria di uno dei due ex avversari (in questo caso il candidato di sinistra o quello centrista)
Al primo turno del 30 giugno scorso, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, alleato con i Repubblicani di Eric Ciotti, ha vinto con il 33,15% dei voti espressi, ovvero 10 milioni di preferenze. Il Nuovo Fronte Popolare, unione della sinistra, ha ottenuto il 27,99% dei voti, pari a quasi 9 milioni di preferenze. Alla maggioranza presidenziale, Ensemble e il suo alleato Horizons, è andato il 20,76% dei voti, con quasi 7 milioni di preferenze.
Per il Rn, quindi, la battaglia per ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi è ora molto più difficile e la strada in salita. La legge elettorale francese infatti prevede che in mancanza di un vincitore con la maggioranza assoluta al secondo turno approdino non semplicemente i primi due classificati ma tutti i candidati che hanno superato il 12,5% delle preferenze: spesso quindi si tratta di una corsa a tre, specie quando l’affluenza è alta. Il candidato premier dell’Rn, Jordan Bardella, ha definito l’accordo fra Macron e la sinistra “disonorevole e contro natura”; resta infatti da vedere se gli elettori seguiranno gli inviti alla desistenza, un fattore che sarà desumibile innanzitutto dall’affluenza: se dovesse calare, potrebbe indicare la volontà di sinistra e centristi di non votare per uno schieramento diverso da quello scelto al primo turno.
Dopo il risultato del primo turno, secondo le proiezioni di Ipsos Talan, i lepenisti (Rassemblement National, Rn) potrebbero ottenere tra i 230 e i 280 seggi, dove la maggioranza assoluta è fissata a 289 deputati. Nfp (Nouveau Front Populaire) raccoglierebbe tra i 125 e i 165 seggi. Ensemble tra i 70 e i 100 seggi. Les Republicains tra i 40 e 61 seggi.