AgenPress – “Nessuno in Europa vuole emarginare l’Italia. Io per il sistema italiano mi sarei augurato che Meloni, anziché indugiare con Le Pen, si fosse decisamente avvicinata al Ppe. Quella di entrarvi stabilmente fu la scelta più lungimirante di Berlusconi. Ma ho il timore che chi governa anziché andare avanti voglia esaltare i propri tratti identitari”.
Lo spiega Pier Ferdinando Casini in un’intervista al Corriere della Sera, per il quale Giorgia Meloni nella partita delle nomine in Ue ha fatto l’errore “di interpretare un doppio ruolo, quello di premier italiano e quello di leader dei Conservatori europei, che l’ha fatta muovere con quella sorta di revanscismo da campagna elettorale anche dopo il voto”.
Secondo Casini però le opposizioni non dovrebbero gioire per quello che accade: “una cosa è far notare, altra gioire per un eventuale fallimento. Primo perché, come ha detto Mattarella, c’è l’Italia di mezzo, e tutti noi dovremmo essere impegnati a rivendicare quello che ci spetta e a costruire un involucro di salvaguardia per il Paese. Secondo, perché i voti di Meloni potrebbero ancora contare quando il Parlamento europeo dovrà dare il via libera a von der Leyen. Terzo, perché abbiamo interesse ad avere un vice presidente operativo importante”. Sulla candidatura di Raffaele Fitto per questo ruolo commenta: “Lo considero il più brillante rappresentante possibile, ma è scelta del governo”.