Agenpress – L’Australia sta considerando una richiesta del Regno Unito di reinsediare decine di migliaia di residenti di Hong Kong tramite uno speciale visto umanitario, mentre Pechino reprime il dissenso nell’ex colonia britannica.
Qualche giorno fa il primo ministro britannico Boris Johnson ha scritto un intervento sul South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, offrendo di cambiare le leggi sull’immigrazione del Regno Unito in modo da rendere più facile l’immigrazione per gli abitanti di Hong Kong, se la Cina approvasse definitivamente una contestata legge sulla sicurezza nazionale che ridurrà ulteriormente l’autonomia della regione speciale.
Johnson ha scritto che attualmente 350mila persone che vivono a Hong Kong – che è stata fino al 1997 sotto al controllo del Regno Unito – hanno un passaporto del tipo British National Overseas, concesso negli anni Novanta agli abitanti della regione, e altre 2,5 milioni avrebbero i requisiti per richiederlo. Al momento questi passaporti permettono un soggiorno senza visto fino a 6 mesi, ma Johnson ha offerto di aumentare questo periodo a 12 mesi, con la possibilità di rinnovarlo e con il diritto di lavorare nel Regno Unito e di fare richiesta per la cittadinanza britannica.
A quanto riferisce oggi il quotidiano The Australian, il segretario agli Esteri britannico Dominic Raab ha chiesto alle controparti dell’alleanza di sicurezza Five Eyes, che con l’Australia include Usa, Canada, e Nuova Zelanda, di considerare se possono offrire visti di residenza per una parte dei 314 mila titolari in Hong Kong di passaporti detti British Nationals Overseas.
La ministra degli Esteri australiana Marise Payne si è unita giorni fa in teleconferenza alle controparti di Five Eyes per discutere la situazione a Hong Kong, in cui il gruppo ha “ribadito le preoccupazioni alla luce delle proposte leggi di sicurezza nazionale del governo cinese”. Secondo il quotidiano, il governo di Canberra ritiene che un numero considerevole di cittadini di Hong Kong potrebbero essere ammessi anche nelle categorie di visti per professionisti specializzati o per imprenditori, dato il rallentamento di ingressi in Australia dopo la chiusura dei confini a causa del Covid-19.