Conte attacca gli industriali. “Abbiamo un capitalismo infetto”. Marcegaglia: “meritiamo rispetto”. Giovani Confindustria: ha sbagliato bersaglio

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AgenPress –  “Abbiamo la necessità di una riforma seria. Oggi l’Ue è a un bivio e deve scegliere. Come prima cosa serve superare il principio dell’unanimità che ho sperimentato con due governi, perché significa attribuire un potere di veto anche a un piccolo Paese. Inoltre bisogna dare maggiore potere al Parlamento”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte, al Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria “Diritti al voto. Volti d’Europa, sguardo sul mondo”, a Rapallo.

“Il Governo è privo di politica economica sta prendendo in giro gli imprenditori. Ha smantellato transizione 4.0. Avevamo messo 20 miliardi… oggi gli imprenditori sanno che i crediti di imposta non ci sono, non c’è nessuna certezza di agevolazioni per gli investimenti necessari per la competitività delle imprese”.

Parlando della cosiddettaeconomia di guerra, Conte aveva detto: “C’è un modo assolutamente acquiescente, assolutamente passivo, di vivere la situazione geopolitica attuale: io ci vedo l’adesione a un’economia di guerra”. E ancora: “A seguito dell’aggressione ingiustificata della Russia all’Ucraina, si è accettata la logica dell’escalation militare, che prevede di inviare armi sempre più sofisticate. Oggi l’Europa è a un bivio, deve scegliere.  Io sono favorevole alla difesa comune europea. Ma no alla corsa alle armi. Se non abbiamo una politica estera comune come facciamo a fare una difesa estera comune? Non sono per lo scioglimento della Nato però va rivista, bisogna fare delle previsioni strategiche”.

“Abbiamo un capitalismo infetto. Mi aspetto che da qui, da Rapallo, ci sia un sussulto di responsabilità per un modo di fare impresa”.

“Dovrebbe parlare con tutti gli altri leader europei che hanno” nei loro Paesi “il reddito di cittadinanza. Si metterebbero a ridere”. Al Reddito di cittadinanza “hanno fatto la guerra ideologica. Hanno fatto la guerra contro i ‘divanisti’, abbiamo avuto esponenti politici come la Santanchè che li insultavano e poi si scopre che il nostro capitalismo è un capitalismo infetto perché la Santanchè è accusata di truffa aggravata sui fondi Covid. Abbiamo un capitalismo infetto. Voi siete a Rapallo. Io mi aspetto che ci sia un sussulto anche di responsabilità rispetto a un modo di fare impresa in cui ci si trova anche sullo yacht a governare una intera città,un porto, una regione sulla base relazionale con il finanziamento dei politici di turno. Questo crea un danno a tutti gli altri imprenditori”.

Parole che hanno indignato Emma Marcegaglia.  “Sentire un leader politico che parla di capitalismo infetto a me fa girare le balle, siamo gente seria e serve rispetto”, tuona il past president di Confindustria e presidente del B7, che risponde anche all’accusa che i giovani imprenditori aderiscano a una economia di guerra. “I giovani  dicono che bisogna difendere l’Ucraina, vuol dire essere dalla parte di chi soffre e sta male contro chi usa la violenza”.

“A me non piace sentire dire che l’Europa è morta. Se se la gioca bene, se ora fa le scelte giuste, no, l’Europa non è morta”, dice l’industriale dell’acciaio. “Certo le prossime elezioni sono essenziali, perché se dovessimo avere ancora una Commissione europea che fa quello che è stato fatto in questi cinque anni, con un green deal che è ‘fuori di testa’, una burocrazia asfissiante, la non volontà di investire insieme, allora sì che ci condanniamo. Quindi cerchiamo, ognuno per la sua parte, di far sì che questa nuova Commissione europea, questo nuovo Parlamento europeo ragioni in modo diverso, ragioni per il futuro e non per il passato”.

Anche il leader dei Giovani Imprenditori, Riccardo Di Stefano, replica all’intervento del leader del M5s, Giuseppe Conte, al convegno dei giovani di Confindustrtia Di Stefano ricorda parole di Conte nel 2019: “Se l’Italia è ancora seduta al G7, tra i grandi del mondo, lo si deve alle sue imprese”. E ribatte: “quindi, ‘capitalismo infetto’ lo vada a dire a qualcun altro, non qui, non a noi. Anzi, non lo dica per niente, perché la stragrande maggioranza delle imprese italiane è sana e porta avanti con impegno il suo ruolo sociale prima che economico”. E aggiunge: “dove ha letto nelle nostre tesi che noi proponiamo l’economia di guerra? Avrà sbagliato testo, saranno state le tesi di qualcun altro. Perché poi dice, ci vuole più cooperazione. Quando un politico non vuole dare risposte la butta in polemica. Ci ha provato. Ha sbagliato bersaglio”.

 

 

 

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