Il Movimento per la Musica scrive a Dario Franceschini: “Ministro, ci riceva! Il mondo della musica chiede un Suo intervento”

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Agenpress. Gentilissimo Ministro,
il Settore della musica e dello spettacolo è coperto da una coltre di
imbarazzante silenzio. La musica è, per sua specifica identità, un settore sociale  in quanto il suo linguaggio non conosce dialetti o lingue diverse ed in quanto essa veicola  messaggi popolari, la cui forza dirompente   arriva dritta al cuore e alla mente di chi ascolta.

Gli eventi musicali  “dal vivo” sono i più colpiti dalle limitazioni imposte per contenere la pandemia Covid -19. I tempi della ripresa della musica e la sorte degli “attori” di questo articolato mondo sono quanto mai incerti, sicché il nostro mondo è al collasso. Migliaia di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sembrano essere invisibili e senza alcun
tipo di tutela e sostegno economico. Occorre riconoscere che, senza gli artisti, l’universo perde il suo motore creativo  e la sua poesia.

Desideriamo cogliere da questa catastrofica situazione l’opportunità per riflettere sul “qui
e ora”, convinti,  allo stesso tempo, che essa possa costituire l’occasione ineludibile e
straordinaria per ripensare e rivedere completamente il nostro sistema, per
non ritornare nella condizione in cui si era prima, ossia non essere riconosciuti
come classe lavoratrice. In definitiva, l’ attuale sconvolgente dramma può rappresentare il momento da cui partire per aprire un confronto, una discussione.

Da diverso tempo qualcosa non funziona, in quanto nel nostro, come in altri mondi, vince sempre il più ricco e il più forte. Il Covid-19, pur con le sue nefaste conseguenze, ha fatto
scattare una molla: denunciare una situazione già in essere, ossia la morte della musica live, che è un tema soffocato da un silenzio assordante.

La presente lettera si prefigge la finalità  di costituire un  invito ad aprire una riflessione ed un dibattito pubblico sul tema innanzi descritto. Non vogliamo semplificare, perché molto c’era, c’è e ci sarà da dire e da approfondire. Per questo partiremo da un dato oggettivo con il quale dobbiamo obbligatoriamente fare i conti, ossia i disagi e la scarsa
possibilità di organizzare un concerto o un evento live. Non vi è dubbio che ciò metta a rischio l’esistenza stessa della musica live, sempre più minacciata, ora “drammaticamente” più di prima dal  pesante scenario creato dalla pandemia Covid-19. La  situazione è resa ancor più complessa in quanto gli artisti sono  vittime sia di chi crede che i concerti non siano spazi di attivazione sociale e culturale, sia di chi crede che l’arte non debba essere tutelata al pari di un diritto sociale.

Purtroppo, molte realtà “medio-piccole”, sono le prime a pagare le conseguenze dell’attuale crisi. Si rischia di tenere in vita solo chi può permettersi di continuare ad esibirsi in quanto percepisce cachet  altissimi, ossia le star internazionali.

Non è soltanto la tenuta di un mercato già fragile che sta rischiando, ma un patrimonio immenso di abili professionisti, con capacità artistiche, creatività, intelligenza e competenza, che, necessariamente, deve essere tutelato e salvaguardato. Ciò che è in gioco è il bene più prezioso che sta alla base e fa girare la nostra “giostra”, ossia la natura e l’essenza dell’evento live, del concerto, lo stare insieme, la condivisione di un’emozione che solo la musica è in grado di procurare. Qualsiasi sia la forma, sul palco  vogliamo e dobbiamo tornare a salire tutti, per emozionare ed emozionarci, per ridere, cantare, lavorare e “sudare” insieme. Per riuscire di nuovo a farlo dobbiamo metterci in gioco, costruendo spazi in cui la musica abbia una grande importanza, ma, allo stesso tempo, non sia un prodotto senza anima.

Non si può sottovalutare il fatto che noi artisti della musica siamo riusciti a costruire, nel corso dei secoli, un mondo che ha salvato vite umane, che ha unito amori, che ha dato la voce a chi non parlava, la vista a chi non vedeva, la gioia a chi l’aveva persa, ha fatto
ballare chi non avrebbe mai potuto ballare e altre migliaia di  cose che prima della musica non esistevano e solo con la musica continueranno ad esistere. La categoria chiede rispetto e riconoscenza, ma soprattutto il legittimo e sacrosanto diritto di lavorare per mantenere le proprie famiglie e mandare a scuola i propri figli, patrimonio del nostro futuro e tradizione
italiana.

Le chiediamo, pertanto – Gentile Ministro – un incontro al fine di individuare soluzioni tese a scongiurare una crisi economica senza pari per  i musicisti e gli operatori della musica.

Fabrizio Venturi Portavoce Movimento per la Musica 

 

Hanno condiviso le finalità del Movimento: Pippo Baudo, Al Bano, Vittorio Sgarbi, Mario Lavezzi, Luigi Albertelli, Daiano, Morena Rosini, Gianni Drudi, Massimo Maffei, Enrico Anghilante, Avv. Mario Palazzi, Claudio Alberto Francesconi, Giusy Venuti, Franco Arcoraci, Cecilia Gayle, Viola Valentino, Franco Fasano, Biagio Maimone e Paky Arcella

 

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