AgenPress. Una terapia ‘secolare’, conosciuta e applicata da più di 100 anni, che può essere straordinariamente moderna per trattare diverse patologie rilevanti dal punto di vista epidemiologico e anche molto attuali sul fronte delle sfide sanitarie globali, consentendo di accostare alla medicina basata sul farmaco metodi meno invasivi e con meno effetti collaterali. E’ la definizione che oggi gli esperti riuniti al VI Congresso Internazionale di Ossigeno Ozono Terapia organizzato dalla SIOOT, la società scientifica internazionale che da oltre quarant’anni promuove lo studio e il progresso dell’ozono terapia. L’evento è in programma fino al 18 maggio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e darà spazio alla discussione delle evidenze passate e presenti sulle applicazioni mediche dell’ozono, che risalgono alla metà dell’800 e che oggi trovano base scientifica in oltre 50 lavori pubblicati dalla SIOOT, cui si aggiungono 18 protocolli validati per il trattamento di patologie veterinarie. Senza dimenticare l’impiego dell’ozono in agricoltura, negli allevamenti e nell’industria alimentare, e per la sanificazione di acque e ambienti, non ultimo durante la recente pandemia.
“L’ozono è un gas naturalmente presente nel nostro organismo per difenderci dall’attacco di virus e batteri. La sua capacità di dissolversi in breve tempo in ambiente acquoso, come è per l’appunto il corpo umano, ha fatto sì che trovasse impiego anche a scopo terapeutico, miscelato con l’ossigeno”, spiega Marianno Franzini, presidente sezione internazionale SIOOT e presidente del Congresso. “Evidenze supportate da un’ampia letteratura scientifica e dalla pratica clinica hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia dell’ozono terapia per trattare molteplici condizioni patologiche, in particolare per il trattamento del dolore, sia cronico, sia articolare, dal mal di schiena dovuto a ernia del disco e protrusioni, a reumatismi e artrite. L’ozonoterapia è ampiamente utilizzata anche per il trattamento di problemi circolatori, nelle ulcere cutanee e arteriopatie periferiche, così come nel recupero post infarto. Ciò grazie all’azione benefica sul microcircolo, che conferisce una maggiore elasticità e plasticità a capillari, vene e arterie, e migliora la capacità dei globuli rossi di trasportare l’ossigeno verso i tessuti”.
Le proprietà dell’ozono di tipo antinfiammatorio, antiossidante e rivitalizzante dei tessuti, rendono l’ozono terapia indicata anche per il trattamento dell’affaticamento e della cosiddetta sindrome post-Covid che si stima interessi tra il 10% e il 30% dei pazienti che hanno contratto l’infezione da Sars-Cov-2. “Durante la pandemia – afferma Luigi Valdenassi, presidente SIOOT e presidente del Congresso – il valore dell’ossigeno ozono terapia è stato riscoperto e applicato in decine di strutture sanitarie per trattare anche i pazienti gravi, che ne hanno giovato molto. Poi è partito l’utilizzo anche per il long-Covid, che si caratterizza per uno stato di infiammazione e alterazione funzionale che perdura nel tempo dopo la guarigione, spesso impedendo un pieno ritorno alla vita precedente. La sintomatologia, riscontrata anche dopo infezioni acute causate da altri patogeni – dal virus influenzale, alla SARS, al virus ebola –, è simile alla sindrome da fatica cronica e include spossatezza, nebbia alla testa, problemi di concentrazione, difficoltà nel respiro, dolori muscolari e articolari. Diversamente dalle terapie che mirano al trattamento dei sintomi, l’ozono terapia agisce a livello sistemico, favorendo una maggiore ossigenazione dei tessuti e l’attivazione del metabolismo cellulare. Nei pazienti trattati con ozonoterapia è stato osservato un decorso del Covid più rapido e un recupero veloce e stabile”.
Un ambito molto promettente di applicazione dell’ossigeno ozono terapia riguarda il trattamento delle infezioni sostenute da batteri resistenti, un serio problema di salute pubblica che interessa da vicino l’Italia, dove la resistenza antimicrobica (AMR) rimane tra le più alte in Europa, con 11.000 morti l’anno. L’ozono è il più potente antivirale, antibatterico e antimicotico esistente in natura, non introduce alcun tipo di meccanismo biologico che permette ai germi di resistere alla sua azione sinergica con il sistema immunitario, ed è privo di effetti collaterali. La SIOOT, insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, sta conducendo uno studio clinico multicentrico sulla valutazione dell’efficacia dell’ossigeno ozono terapia in combinazione con le terapie antibiotiche tradizionali nelle infezioni sostenute da germi antibiotico resistenti, che coinvolge una decina strutture ospedaliere in Italia.
“L’antibiotico resistenza – ha ricordato Walter Ricciardi, Professore Ordinario di Igiene e Medicina preventiva, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma- è un fenomeno epocale, ma non fa notizia. Ed è incredibile perché in Italia ci sono 200 morti al giorno e come appurato dall’Organizzazione mondiale della Sanità nel nostro Paese si verifica il 30% delle morti per questa causa. La SIOOT ha intrapreso un percorso virtuoso e molto rigoroso dal punto di vista scientifico, avviando un protocollo di sperimentazione controllata a partire da dati molto interessanti sull’utilizzo dell’ozono terapia per il trattamento delle infezioni, e in particolare quelle correlate all’antibiotico resistenza, volto ad offrire ai professionisti sanitari e ai pazienti uno spettro di tecnologie più ampio rispetto a quello attuale. L’obiettivo è quello di poter disporre di terapie più efficaci, non invasive e prive di effetti collaterali, che garantiscano, insieme ad altri presidi terapeutici, migliori risultati assistenziali, contribuendo a contrastare una delle principali minacce per la salute globale. Abbiamo uno strumento efficace e mi fa piacere che parta dall’Italia l’idea di sperimentarlo, anche se non è un’iniziativa che viene ‘dall’alto’, bensì dall’esperienza dei clinici e dall’alleanza con i medici di sanità pubblica e vari altri stakeholder. Ci sono tante medicine alternative senza alcuna base scientifica, mentre questa le ha”.
“Siamo molto entusiasti della straordinaria partecipazione dei colleghi italiani e internazionali giunti a Roma per confrontarsi sulle applicazioni dell’ossigeno ozono terapia nella pratica clinica quotidiana. L’ambizione della SIOOT è di aggregare gli ozonoterapeuti di tutto il mondo per far progredire la nostra disciplina e promuovere la più ampia diffusione possibile dei protocolli scientifici SIOOT, a garanzia dell’efficacia della cura e della sicurezza dei pazienti”, concludono Franzini e Valdenassi.
Tra gli interventi in apertura del Convegno e molto apprezzato e significativo con dati e fatti concreti al convegno Sioop sull’ossigeno-ozono terapia, c’è da menzionare quello del Prof. Foad Aodi, Presidente di Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, di Umem, Unione Medici Euromediterranei e del Movimento Uniti per Unire, nonché fondatore della scuola di formazione culturale web tv Unione per l’Italia.
“Non posso che rivolgere il mio plauso alla Sioop per la formazione, la prevenzione, per l’avanguardia con cui porta avanti il suo progetto su un tema così delicato per la salute della collettività, e naturalmente per la collaborazione congiunta che va avanti da tempo con le nostre associazioni quali Amsi, Umem e Uniti per Unire, dove anche noi portiamo avanti lo studio dell’ossigeno e ozono terapia con un dipartimento ad hoc di cui è responsabile nazionale il presidente Luigi Valdenassi.
Le attività scientifiche costantemente aggiornate e i protocolli che caratterizzano l’attività del Sioot rappresentano un vanto per il nostro Sistema Salute, e l’obiettivo di consentire a tanti colleghi di aggiornarsi su temi così importanti non può che essere motivo di apprezzamento.
Si tratta oltre tutto di un tassello importante per consentire a tanti giovani professionisti sanitari di specializzarsi, con corsi e master all’avanguardia, in un momento storico in cui le figure specializzate mancano come il pane e sono le più richieste dal mercato del lavoro e possono consentire a tanti medici di trovare terreno fertile per rimanere nel nostro Paese e non prendere in considerazione la possibilità di fuggire all’estero.
Sono lieto di avere collaborato a questi master universitari, sia a Pavia, sia a Roma.
Sioot, al pari di Amsi, Umem e Uniti per Unire, porta avanti l’ambizioso progetto delle collaborazioni inter professionali per migliorare la qualità della tutela della salute, laddove la formazione, l’aggiornamento, la cultura legata alla buona sanità sono l’unica strada da percorrere.
Come ho ribadito nel recente convegno Amal di Genova sull’agopuntura, non possiamo noi professionisti sanitari, con le nostre associazioni, con i nostri progetti che abbracciano anche tecnologia e digitale, fare tutto da soli, ma abbiamo bisogno del costante supporto della buona politica.
Le istituzioni devono sostenere a 360 gradi la formazione professionale, dobbiamo essere capaci di incentivare le professioni sanitarie costruendo percorsi sempre più specializzati, finalizzati a coprire le carenze e a creare medici e infermieri sempre più all’avanguardia, pronti ad affrontare con le loro competenze le nuove sfide della salute, con le tante patologie che sono destinate ad affliggerci, visto il costante invecchiamento della nostra popolazione.
L’evidenza scientifica, la ricerca, lo studio, sono il percorso che deve accomunare tutti i professionisti, nel rispetto ognuno del suo ruolo, in uno spirito di collaborazione e non di competizione, finalizzato a vincere sempre più battaglie della salute e a superare le criticità che mano mano si pongono davanti al nostro cammino.
Non è la prima volta che seguo progetti inerenti l’ossigeno-ozono terapia. Si tratta di un tema che vivo personalmente da tempo, invitato già in passato dalla SIOOT e da tanti colleghi promuovendo da 15 anni numerose iniziative e confronti costruttivi tra i colleghi intensificando la ricerca, la formazione professionale e la collaborazione internazionale e interprofessionale con l’obbiettivo di tutelare sia i pazienti che i professionisti della sanità che effettuano l’ozono terapia.
L’invito da parte mia è quello, per i colleghi, soprattutto quelli più giovani, di formarsi, di specializzarsi, di credere nella ricerca e nello studio. Il nostro sistema sanitario ha bisogno di tutto questo.
Anche se non sono specializzato nell’ossigeno-ozono terapia, ho voluto portare all’attenzione dei presenti, come accaduto a Genova, l’esempio del “metodo Aodi nella riabilitazione “che nel mio campo quello della fisiatria e ortopedia ha lo scopo di far capire ai colleghi che siamo sempre chiamati alla ricerca e alla formazione per fornire risposte concrete ai pazienti, qualsiasi sia il loro ramo di competenza.
In merito all’ossigeno ozono terapia, nello specifico, è giusto che i pazienti si chiedano cosa sia, a cosa serve, che effetti ha, per quali patologie è adatta.
Medici di famiglia, chirurghi, neurochirurghi, pediatri, ortopedici, fisiatri: dobbiamo fare rete. Non smetterò mai di ribadirlo: ognuno con la sua specializzazione abbiamo in comune un unico obiettivo, ovvero la salute dei cittadini”.
Così il Prof. Foad Aodi, Esperto in Salute Globale, Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo dal 2002, già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei medici di Roma che è presente tutti i giorni su tv e radio satellitari per parlare di Immigrazione, Salute Globale, eguaglianza e diritti umani.
All’evento ha preso parte anche Wafaa Nahhas, Segretario Generale dell’Unione Arabi del 48, arrivata direttamente da Nazareth, per ascoltare tutte le novità e le evidenze scientifiche relative all’ossigeno ozono terapia e proporsi di collaborare con il Prof. Aodi che è fondatore dell’Unione Internazionale Arabi del 48. Enorme la sua soddisfazione per la partecipazione al progetto, con l’augurio di coinvolgere sempre di più le comunità straniere nei progetti di formazione scientifica che riguardano l’Italia.