AgenPress. “Sul finanziamento pubblico ai partiti ho fatto una battaglia perchè parto da un principio, sancito nell’art. 49 della Costituzione ‘tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” così Ugo Sposetti, presidente dell’associazione Enrico Berlinguer a Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani.
“La costituzione italiana e quella tedesca, scritte nell’immediato dopoguerra, nei due paesi usciti sconfitti dalla 2° Guerra Mondiale descrivono nelle loro costituzioni il ruolo dei partiti. La costituzione tedesca non solo disciplina il ruolo dei partiti, ma stabilisce anche i finanziamenti. In Italia la vicenda è più complessa perché, pur essendo come la Germania nel blocco occidentale, ci sono partiti che hanno legami con l’occidente e poi ci sono il partito comunista e il partito socialista che hanno legami con l’Unione Sovietica.
La costituzione” spiega Sposetti “assegna una funziona pubblica ai partiti, cioè dice ‘tu partito hai un ruolo nella società, come qualsiasi altra istituzione’. Quindi il costituente ha previsto che il parlamento dovrà mettere nelle condizioni i partiti di operare. La domanda che ci dobbiamo porre” continua il presidente dell’associazione Berlinguer “è dove si forma la classe dirigente? Come si forma? I partiti hanno bisogno di risorse trasparenti, controlli pubblici gestiti in modo corretto, così come devono essere gestite le risorse pubbliche”. In vista delle prossime elezioni europee “l’8 e il 9 giugno ci recheremo alle urne, spero in un numero molto elevato di cittadini. Il Parlamento Europeo ha disciplinato la vita dei partiti europei e ha stabilito nel 2014 risorse per i partiti, in base ai voti che ottengono alle consultazioni e risorse per le fondazioni dei partiti per i progetti. Così già a avviene in Germania, Francia e Spagna per esempio” spiega.
“Con questo voglio dire che sarebbe bene che il parlamento italiano prendesse la norma del regolamento del parlamento europeo e la trasferisse nella legislazione italiana: a quel punto si tornerebbe al finanziamento pubblico regolamentato. D’altronde” continua Sposetti “siamo abituati alle campagne contro i partiti e contro la politica, che se non risponde ai cittadini, paga, così come ha pagato con il referendum del 1993, dopo cui è stato istituito il rimborso elettorale in base ai voti.
Il governo Letta ha poi cancellato i rimborsi elettorali e ha istituito il 2×1000, cioè la possibilità per ogni cittadino, all’atto della dichiarazione dei redditi, di firmare un modulino, scrivere un numero: un codice del partito al quale decide di destinare il proprio 2×1000. Resta da notare “anche in questo, una graduatoria infelice per la partecipazione politica: per la chiesa cattolica o altre religioni esiste l’8×1000, per i partiti c’è il 2×1000, così come per le associazioni culturali e sportive. Per il ripristino del finanziamento pubblico e l’azzeramento dei finanziamenti da privati” continua Sposetti “il legislatore potrebbe tranquillamente agire. Le erogazioni liberali avvengono attraverso bonifici, quindi è tutto tracciato, se si tratta una società c’è bisogno di una delibera del consiglio di amministrazione.
Del resto” conclude il presidente dell’associazione Enrico Berlinguer “chi fa il lavoro di tesoriere dovrebbe essere come Fra Galdino che raccoglieva le noci per il convento e non per sé stesso. L’onestà e la trasparenza non sono ad appannaggio di un partito, ma sono le battaglie delle persone che lavorano, che sudano, che vivono del proprio lavoro e che cercano di dare dignità ai propri figli, attraverso istruzione, crescendoli e magari incoraggiandoli ad andare oltre quello che hanno sofferto le precedenti generazioni. La questione morale è una questione del cittadino. Berlinguer ne fece giustamente una battaglia perché, per primo e forse meglio degli altri, aveva visto la degenerazione dei partiti. Il politico con la P maiuscola è come un profeta che prevede prima degli altri che cosa sta succedendo nel mondo, sennò si ritrova a rincorrere i cambiamenti della società, come sta accadendo adesso”.