Introduzione di Ignazio La Russa e Giorgio Mulè. I Commenti di Benedetta Bonifati, Francesca Federzoni e Angelica Donati e le Conclusioni di Paolo Crisafi all’incontro Build in Italy Remind
AgenPress. Si è svolta a Roma, presso Palazzo Ferrajoli, l’iniziativa “Build in Italy – l’Italia che Abiteremo by Remind”, incontro volto ad esplorare il futuro dell’Italia attraverso l’esperienza di esperti, decision-maker e leader del comparto immobiliare allargato ai settori produttivi della Nazione. L’Italia si trova ad affrontare sfide importanti legate soprattutto alla sostenibilità ambientale e all’implementazione di nuove tecnologie all’interno del complesso processo di trasformazione degli stili di vita per il benessere e la sicurezza delle persone nei luoghi, spazi, territori e città in cui vivono, operano e transitano. In risposta a queste sfide, come sostenuto da Remind, emerge sempre più l’importanza di promuovere la collaborazione tra pubblico e privato adottando un approccio integrato che consideri congiuntamente tre pilastri fondamentali dell’economia: l’immobiliare, le infrastrutture e i trasporti.
L’incontro è stato aperto da un indirizzo di saluto del Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa: “E’ con piacere che invio il mio saluto in occasione dell’iniziativa “Build in Italy – L’Italia che abiteremo by Remind”, che si svolge in quella meravigliosa cornice che è Palazzo Ferrajoli. Desidero rivolgere al Presidente Paolo Crisafi e a tutta l’organizzazione di Remind il mio personale plauso per l’organizzazione di un evento importante che saprà certamente fornire un utile contributo alle politiche abitative nazionali. L’immobiliare è da sempre uno dei pilastri fondamentali per l’economia italiana. Il patrimonio immobiliare italiano rappresenta nel migliore dei modi quella stratificazione culturale e architettonica millenaria che fa delle nostre città e dei nostri borghi delle vere e proprie eccellenze a livello mondiale. È proprio da qui che bisogna partire per poter elaborare una corretta valutazione relativa al futuro, alla sostenibilità energetica ed ambientale, così come alla qualità della vita e alla socialità di cittadini e famiglie. Sono proprio le famiglie italiane, da sempre ancorate al “valore” non solo economico delle case, a testimoniare nel migliore dei modi come la nostra Nazione abbia saputo coniugare storia e innovazione, tradizione e sperimentazione. Le autorevoli presenze del Governo e i tanti relatori previsti sapranno offrire utili elementi di riflessione per connettere le infrastrutture, le mobilità e l’immobiliare con i territori e con i luoghi in cui gli italiani si incontrano, vivono e lavorano. Sono quindi certo che le riflessioni di questa giornata Remind, insieme alla valenza di un così elevato livello di confronto istituzionale, rappresenteranno un ulteriore e utile arricchimento per tutti gli operatori del settore e per le tante e diverse attività che costituiscono un fondamentale patrimonio da custodire e sostenere”.
Ha poi fatto seguito un messaggio del Presidente della Camera Giorgio Mule’: “Saluto Remind, saluto e il Suo presidente Paolo Crisafi. Build in Italy è un incontro assai interessante, un incontro che interpella chiunque. Non soltanto le aziende e le associazioni, ma l’Italia intera. Perché l’Italia che abiteremo è il nostro futuro e su questo futuro dobbiamo essere chiari. Deve essere un futuro sostenibile, deve essere – certamente – un futuro che guarda alla transizione ecologica, la transizione digitale. Ma deve essere un futuro che fa i conti con la realtà. Non si può imprigionare il futuro in direttive, come quelle Europee, che impongono tempi troppo stretti, troppo ravvicinati per un patrimonio immobiliare come quello Italiano, per un tessuto urbanistico che in Italia è un unicum rispetto a tante altre Nazioni dell’Unione Europea. Per questo la direttiva, non vincolante, approvata al Parlamento europeo, sul quale non a caso diversi partiti, tra cui quello che io rappresento, hanno votato decisamente contro, è una di quelle direttive che non tiene conto della particolarità italiana. E allora oggi è fondamentale incontrarsi ed è importante che Remind lo faccia parlando di queste sfide che interessano ogni cittadino. Il 2030 e il 2050 sono date che devono fare i conti con la realtà di Paesi del Quattrocento, di case costruite nel Cinquecento e nel Seicento, e che dall’oggi al domani non possono diventare il Bengodi della domotica e il Bengodi della transizione ecologica. È bene riflettere e fare i passi tenendo conto di tutto ciò che accade in questo XXI secolo, ma senza avere fretta perché, come recita il vecchio adagio, la fretta non produce mai nulla di buono. Con questo auspicio auguro a Remind buon lavoro. Rileggerò gli atti con le vostre riflessioni perché sono un contributo fondamentale per chi deve decidere, poi, quali sono le norme da applicare”.
L’incontro ha visto un focus sul tema della rigenerazione urbana, evidenziando l’importanza di una legislazione adeguata e aggiornata per favorire questa attività, superando le limitazioni delle normative esistenti che risalgono a decenni fa.
Benedetta Bonifati Amministratore Unico Master Engineering e Vicepresidente Ance Roma Acer a Build in Italy by Remind: “In materia di rigenerazione urbana c’è una mancanza normativa nazionale e la portata delle leggi regionali in tema non basta. Senza azzerare quanto fatto in passato, bisogna migliorare e possiamo farlo lavorando insieme anche con la Regione Lazio. La normativa nazionale in vigore tutt’oggi è una normativa che nasce addirittura nel 1942 – successivamente c’è il DM 1444 del 1968 – definita quando l’urbanistica era un’urbanistica di espansione. Ormai si parla di rigenerazione urbana da 25 anni e non è ancora stata fatta una legge nazionale, che consenta di andare incontro alle necessità della rigenerazione urbana di oggi, perché fare rigenerazione urbana oggi significa ridurre il consumo del suolo, contrariamente ai principi dell’espansione. Ci sono quindi dei limiti, posti da queste leggi del passato, che devono essere superati, altrimenti la rigenerazione urbana diventa impossibile. La trasformazione, necessaria all’interno delle città per venire incontro alle nuove esigenze, deve tener conto che c’è un nuovo modo di vivere: il nuovo modo di vivere prevede che non ci siano delle funzioni rigide, che oggi invece sono quelle che troviamo nella normativa nazionale e di conseguenza, nella normativa locale, quindi è necessario di una norma chiara e semplice. Serve una normativa sulla rigenerazione urbana che superi i limiti posti e pregressi. Vanno implementati i servizi, sia da un punto di vista qualitativo e non quantitativo, all’interno di una città: dallo spazio verde, al trasporto, alle infrastrutture. Perché non è detto che tutti useranno il parcheggio, se ci fosse una rete dei trasporti cambierebbero le abitudini, quindi perché mettere una dotazione di parcheggi quando magari gli abitanti di quel quartiere devono tendere a utilizzare di meno l’auto perché hanno dei mezzi di trasporto alternativi? Eppure questo genere di proposte non è percorribile, proprio perché la normativa prevede la dotazione di tot metri quadri, quindi adesso è importantissimo che nell’agenda del Governo sia prioritaria l’approvazione di una legge sulla rigenerazione urbana. Ci sono già cinque proposte parlamentari su cui potrebbe lavorare il Governo per approvarne una. Ultima cosa, e torno sul discorso della trasformazione: è importante anche procedere anche dal punto di vista culturale. Oggi l’effetto nimby è fortissimo nel nostro Paese e stride con l’evoluzione di altre città europee che accolgono quasi sempre con favore le trasformazioni urbane. Solo qua da noi, i comitati che si oppongono a simili operazioni bloccano tutto, spinti da questo effetto. Anche qui, secondo noi, va accompagnato un cambiamento culturale e chiediamo alla politica stessa di aiutare i cittadini ad accettare queste trasformazioni, perché poi ne beneficeranno, ovviamente non imponendole, ma promuovendo quei processi partecipativi fondamentali nel processo decisionale.
Riusciremo ad essere attrattivi solo quando sarà garantita certezza nel diritto, per chi investe e la sicurezza che si possa portare a compimento un’operazione senza tornare troppe volte indietro. Altrimenti come si fa a guardare avanti, verso il futuro?”
Francesca Federzoni Ceo Politecnica e Vicepresidente Oice a Build in Italy by Remind: “La rigenerazione urbana rappresenta certamente la sfida dei prossimi anni per riqualificare città e territori non solo dal punto di vista degli edifici e delle infrastrutture ma, più in generale, dal punto di vista sociale, economico ed ambientale.
Si presentano perciò all’orizzonte diverse sfide e opportunità per l’Italia nel settore dell’ingegneria e dell’architettura, che può e deve essere protagonista di questi processi, tornando a rivestire un ruolo di leadership culturale, rivendicando la centralità del progetto in questi percorsi complessi.
Le varie sfaccettature del tema evidenziano quanto sia strategica e imprescindibile, per vincere queste sfide, la collaborazione tra diverse competenze professionali, sia nel settore tecnico che in quello sociale ed economico, requisito fondamentale per affrontare la complessità dei progetti di rigenerazione. È imprescindibile attrarre e coinvolgere i giovani in questi processi, poiché sono i veri portatori di innovazione. Per vincere queste sfide è necessaria una collaborazione tra pubblico e privato, perché è la parte pubblica della filiera che deve valorizzare, con premialità e incentivi, quei benefici non immediatamente tangibili che una buona rigenerazione può portare al territorio rigenerato.
È essenziale creare una cornice legislativa nazionale favorevole alla rigenerazione urbana e valorizzare non solo gli aspetti economici, ma anche quelli sociali, che possono portare benefici misurabili e quindi attrarre risorse pubbliche e private. La capacità degli italiani di affrontare sfide complesse, anche se difficili, con un approccio collaborativo e determinato rende la rigenerazione urbana una sfida ardua ma alla portata del nostro paese.”
Angelica Donati Responsabile Sviluppo Business Donati e Presidente Ance Giovani a Build in Italy by Remind: “Desidero esprimere il mio sincero ringraziamento al Presidente Paolo Crisafi di Remind per avermi invitato in questo splendido contesto di Palazzo Ferrajoli per trattare il tema dell’abitare insieme alle istituzioni e ai settori produttivi della Nazione. Prima di affrontare il mio intervento, ho chiesto a Paolo quali argomenti fosse opportuno trattare e la sua risposta è stata: le persone nei luoghi dove abitano, operano e transitano come portato avanti da Remind. Il tema delle persone è di fondamentale importanza per tutti noi di Ance Giovani e ci impegniamo giornalmente ad affrontare le sfide legate alla vita delle persone in un settore che poi ha effettivamente un forte impatto su di esse. Il nostro paese, con le sue molteplici complessità e esigenze, richiede un’attenzione particolare su un aspetto cruciale che accomuna tutti i settori produttivi, compreso il nostro: il ricambio generazionale e l’evoluzione delle competenze. Nel settore delle costruzioni, in particolare, ci troviamo di fronte a una carenza evidente di rinnovamento generazionale, una situazione che minaccia seriamente il futuro di tutti noi. È evidente che un settore con un’età media dei lavoratori superiore ai 50 anni e un tasso di rinnovamento abbastanza scarso, il quale registra invece una costante diminuzione della forza lavoro, si troverà ad affrontare notevoli difficoltà in futuro. Quello su cui lavoriamo tantissimo come Ance Giovani, ed è un tema che abbiamo sottolineato e abbiamo portato avanti al nostro ultimo convegno nazionale di novembre, quello delle competenze. Il titolo del nostro convegno, “Competenti e sostenibili”, sottolinea la nostra convinzione che lo sviluppo delle competenze debba avvenire nel contesto di un’impronta sostenibile. Oggi, in occasione della Giornata della Terra, è importante sottolineare che la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma si estende anche alla sfera economica e sociale. Per quanto riguarda la parte ambientale, per ciò che concerne la riflessione sull’abitare, è evidente che il futuro sarà sempre più incentrato sul recupero urbano anziché sull’espansione del territorio edificabile. Con l’entrata in vigore della nuova direttiva Green Europea, e l’attenzione crescente su livello nazionale, c’è una spinta verso il rinnovamento sostenibile del nostro patrimonio edilizio. Questa sfida è anche un’opportunità per l’Italia, che ha una grande quantità di edifici classificati nelle categorie energetiche meno efficienti. Migliorare l’efficienza energetica non solo rende gli edifici più sostenibili, ma anche più convenienti per i proprietari a lungo termine. Con l’entrata in vigore della nuova direttiva Green Europea, l’attenzione sul rinnovamento sostenibile del nostro patrimonio edilizio diventerà sempre più intensa. Questa transizione rappresenta sia un’opportunità che una sfida di proporzioni significative per l’Italia. A differenza di paesi come la Germania o quelli scandinavi, dove solo il 4% degli edifici ricade nelle categorie energetiche più basse, in Italia la situazione è diametralmente opposta. La maggior parte dei nostri edifici si colloca nelle classi energetiche più basse, il che implica un’imponente mole di lavoro da affrontare. Tuttavia, questa situazione offre una straordinaria opportunità: trasformare i nostri edifici in strutture non solo più sostenibili, con vantaggi ambientali evidenti, ma anche più convenienti per i proprietari. Una volta sostenuti i costi iniziali per il miglioramento dell’efficienza energetica, i costi di gestione e manutenzione diventano notevolmente più contenuti, garantendo un beneficio sia per l’ambiente che per le tasche dei proprietari. La sostenibilità non è solo una questione ambientale; è altrettanto importante dal punto di vista economico e sociale. Per noi è cruciale avere un solido piano industriale a lungo termine che non solo ci guidi verso il 2050, come previsto dalla Direttiva Green, ma che incoraggi anche gli investimenti delle imprese nel futuro. Inoltre, è essenziale incoraggiare le nuove generazioni a investire nel loro futuro qui in Italia, combattendo la fuga di cervelli e offrendo opportunità di lavoro dignitose. Dal punto di vista sociale, tornando alla questione dei giovani, è essenziale incoraggiare le nuove generazioni a investire in se stesse e nel futuro dell’Italia, dissuadendole dall’emigrare all’estero.
La fuga di cervelli continua a sottrarre le nostre migliori risorse, e dobbiamo incentivare i giovani a considerare settori che potrebbero non sembrare glamour o all’avanguardia, ma che offrono numerose opportunità di lavoro. Questi settori, spesso trascurati, hanno un enorme bisogno di manodopera a tutti i livelli. Stimiamo che circa 200.000 persone siano necessarie per implementare le iniziative legate al PNRR e alla nuova Direttiva Green. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il settore delle costruzioni non è antiquato o poco remunerativo. Si tratta di un settore in continua evoluzione, con numerosi esempi di innovazione sia digitale sia operativa. Questo settore offre prospettive di carriera solide e retribuzioni competitive. È importante sottolineare che questo può rappresentare una via d’uscita per i circa 2 milioni di giovani che si trovano attualmente in una situazione di inattività, né studiano né lavorano. Questi giovani rischiano di finire in situazioni precarie, mantenuti da famiglie o da un sistema di sussidi inefficace. Vogliamo raggiungere questi giovani prima che sia troppo tardi e far loro comprendere che esistono opportunità che potrebbero non aver mai considerato, spesso perché non vengono discusse abbastanza nelle scuole. La nostra visione è quella di offrire loro la possibilità di ottenere un lavoro dignitoso e ben retribuito, che possa garantire loro un futuro solido e gratificante.”
Ha concluso i lavori Paolo Crisafi Presidente di Remind e promotore di Build in Italy: “Le nostre città, i nostri paesaggi, le strade e i vicoli sono il risultato di quella complessa commistione di tradizione e innovazione, di bellezza e funzionalità, che sono l’essenza del “Made In Italy”. Una ‘fusione’ radicata nella passione e nell’abilità dei nostri imprenditori, manager, professionisti, artigiani e tecnici che lavorano instancabilmente per creare ambienti che rispecchino al meglio la nostra identità. Riflettere sull’Italia che abiteremo ci aiuta a comprendere come affrontare le sfide che ci attendono dandoci la possibilità di prendere decisioni personali e collettive pragmatiche e realistiche sempre per promuovere la sicurezza delle Nazione garantendo, al contempo, la tutela dell’ambiente e il benessere delle persone. È fondamentale considerare che le azioni che intraprendiamo oggi avranno un impatto significativo sul futuro dell’Italia e sulle generazioni a venire; “siamo, infatti, i luoghi che abitiamo”. Collaboriamo con il Governo, il Parlamento e le altre Istituzioni, in particolare, nell’individuare e porre in essere le direttrici su cui bisogna lavorare riassunte nelle “tre S”: Senior Housing, Social Housing e lo Student Housing. Vogliamo essere parte della soluzione per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico, alla cultura dell’abitare e all’efficientamento energetico adottando azioni concrete e durature per la sicurezza di famiglie e imprese. Il comparto immobiliare allargato è in continua evoluzione, e l’associazione è determinata ad essere parte attiva e integrativa di questo cambiamento in modo positivo. È quanto mai necessario inserire in una visione di sistema le tradizionali categorie settoriali, importanti per compattare i segmenti delle attività produttive, al fine di dare un nuovo impulso all’incontrovertibile esigenza dei tempi di congiungere il più vasto panorama di attori e la più estesa partecipazione delle professioni e dei soggetti pubblici e privati, favorendo così sinergie, reti, reciproci arricchimenti. Il nostro scopo è quello di costruire un presente e un futuro migliore, integrando il vasto bagaglio tecnico e esperienziale del passato con le nuove frontiere dell’innovazione all’interno di un tessuto sociale, economico e culturale in costante evoluzione. La nostra proposta sta proprio nell’alimentare la collaborazione tra pubblico e privato per migliorare e rendere organiche le attuali e future misure per la cultura dell’abitare, per l’attrattività degli investimenti, per lo sviluppo sostenibile e per la messa in sicurezza della Nazione; e ciò anche con un campo d’azione sulla prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze legate al territorio.
Un PNSS – Piano Nazionale per la Sicurezza e la Sostenibilità sia relativamente al patrimonio sia alle persone negli spazi, luoghi, territori e paesaggi dove vivono, operano e transitano. Continueremo a collaborare con le istituzioni per affrontare le sfide del presente e per cogliere le opportunità che ci attendono, con l’obiettivo che l’immobiliare allargato possa contribuire sempre di più alla crescita della nostra amata Italia”.