AgenPress – Il primo ministro Fumio Kishida e il presidente francese Emmanuel Macron, incontrandosi giovedì a Parigi, hanno concordato di rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza e hanno concordato l’avvio di negoziati per un accordo per facilitare esercitazioni congiunte tra le forze di autodifesa e l’esercito francese.
L’obiettivo di raggiungere un accordo di accesso reciproco (RAA) che consenta esercitazioni congiunte tra Giappone e Francia è quello di promuovere una partnership per la pace e la stabilità nella regione dell’Indo-Pacifico alla luce dell’egemonia marittima della Cina.
Le RAA creano strutture per facilitare la cooperazione militare, ad esempio facilitando l’ingresso di personale e attrezzature stranieri per la forza in visita.
“Hanno concordato di avviare i negoziati”, ha detto un funzionario del governo giapponese, mentre il primo ministro Fumio Kishida e il presidente Emmanuel Macron si incontravano a Parigi. “Dato l’accumulo di cooperazione ed esercitazioni (militari), lo consideriamo importante.”
Una dichiarazione del governo giapponese ha confermato che l’accordo proseguirà con i colloqui. La presidenza francese ha affermato in una dichiarazione che la conclusione della RAA promuoverebbe l’interoperabilità tra i due eserciti.
Nel dicembre 2023, il Giappone ha annunciato il suo più grande rafforzamento militare dalla Seconda Guerra Mondiale, allontanandosi dal pacifismo del dopoguerra. Ha già firmato RAA con l’Australia e il Regno Unito e ne sta negoziando un terzo con le Filippine.
Tokyo, che ha trascorso circa due anni a negoziare l’accordo con l’Australia e un anno a negoziare quello con la Gran Bretagna, ospita la più grande concentrazione di forze statunitensi all’estero.
Il funzionario ha detto che un accordo con la Francia potrebbe richiedere circa un anno per essere concluso. Una fonte diplomatica francese ha detto che Parigi spera che si possa fare “molto rapidamente”.
Il Giappone ha cercato di rafforzare i legami di difesa tra le preoccupazioni sulla Cina, compresa la sua pressione su Taiwan, la libertà di navigazione nella regione e le controversie commerciali.
Ha anche sostenuto l’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, affermando che è vitale proteggere l’ordine internazionale basato su regole.
E proprio Emmanuel Macron torna a “porre la questione” di un invio di truppe occidentali in Ucraina se la Russia dovesse sfondare la linea del fronte nella guerra in corso da oltre 2 anni. In un’intervista all’Economist, che solleva lo stesso polverone già provocato nelle settimane scorse, con gli alleati europei contrari a questa ipotesi, il presidente francese ribadisce che “nulla può essere escluso”.
Le parole di Macron assumono un significato particolare in un momento cruciale del conflitto. L’Ucraina, che attende di sfruttare le armi stanziate dagli Usa nell’ultimo pacchetto approvato dal Congresso, negli ultimi mesi è stata costretta a ripiegare per gestire la carenza di armi e munizioni.
La Russia, secondo analisti e esperti, potrebbe sferrare una nuova massiccia offensiva tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate: la pressione di Mosca sul fronte orientale è costante, il ministero della Difesa russo rivendica progressi quasi quotidiani dopo la presa di Avdiivka, la città al centro delle ostilità durante l’inverno. L’ipotesi che la nuova spallata dell’esercito di Vladimir Putin si riveli efficace non può essere esclusa.